SettimoPiano. Vietnam Tgr

Da SettimoPiano non ricordano nella storia della Rai una bocciatura così clamorosa di un direttore di Tg ad opera dei suoi stessi giornalisti. È quello che è avvenuto nella Tgr, dove il piano editoriale del direttore Alessandro Casarin ha ricevuto il 76 per cento dei voti contrari e solo il 23 per cento dei favorevoli (con una affluenza del 90 per cento). Da Bolzano a Catania una valanga di “no” quando il direttore leghista si è presentato alle redazioni per il gradimento previsto dal contratto.

A Casarin vengono rimproverate diverse cose: la prima quella di non aver difeso la testata quando l’Ad, Carlo Fuortes, ha deciso in maniera unilaterale (in violazione delle norme sindacali) il taglio delle edizioni notturne del Tg. Anzi, secondo molti, Casarin avrebbe barattato la propria riconferma in cambio di un silenzio-assenso nei confronti della scelta dell’Amministratore delegato. Questo ha generato uno scontro con l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti, come da tempo non si vedeva in Rai. Ma a Casarin viene contestata anche una gestione padronale del giornale in termini di promozioni e trasferimenti; e soprattutto un totale schiacciamento editoriale sul suo vero sponsor politico: Matteo Salvini.

Anche la scelta di riconfermare suo condirettore l’altro leghista, Roberto Pacchetti, contravvenendo agli accordi con il Partito Democratico che prevedevano un condirettore unico in quota sinistra (Carlo Fontana), ha messo in non poca difficoltà Fuortes: mentre l’Ad riduceva lo spazio informativo, Casarin manteneva moltiplicate le poltrone targate via Bellerio. La sconfitta di Casarin è anche la sconfitta di Igor De Biasio il consigliere d’Amministrazione leghista primo sponsor in azienda del direttore salviniano. È lui, dicono irritate fonti leghiste “giorgettiane”, ad aver rassicurato che il piano editoriale alla fine sarebbe passato (seppure per poco).

Per ora Fuortes ostenta sicurezza e ribadisce la fiducia al direttore leghista; non potrebbe fare altrimenti visto che nell’ultimo Cda il bilancio Rai è passato solo grazie al voto favorevole della Lega e di Forza Italia. Ma da SettimoPiano sanno che l’Ad dovrà richiedere una correzione di rotta per evitare che la Tgr, la più grande testata giornalistica d’Europa, si trasformi in un Vietnam con rischi clamorosi per l’informazione Rai. La Waterloo leghista nella Tgr fa ancora più risalto, se si considera che in tutte le altre testate i piani editoriali sono passati senza alcun problema: al Gr Radio, dove si è insediato Andrea Vianello, i favorevoli sono stati 147 su 191 votanti. Acque serene anche al Tg1, dove la direttrice Monica Maggioni procede “nella sua rivoluzione gentile” fra nuove conduzioni (Elisa Anzaldo al Tg delle 20) e quattro nuovi caporedattori nelle redazioni interni, esteri, economia e società, per i quali sono stati chiusi i job posting e si attendono le designazioni dei prescelti.

Approvati anche i Piani editoriali del Tg2 del riconfermato Gennaro Sangiuliano e di Rainews24 del neo-direttore, Paolo Petrecca, che sta procedendo con il vento in poppa sul fronte degli ascolti: gli speciali del mattino sulla prossima elezione del Presidente della Repubblica conquistano il 2,6 per cento di ascolto, numeri ragguardevoli per la media dei canali all news intorno allo 0,5 per cento. Eccellente anche il risultato di Televideo, gestito da RaiNews, fruito regolarmente dall’8,6 per cento degli italiani.

Aggiornato il 21 gennaio 2022 alle ore 23:16