Quirinale, Schifani: “Sinistra ricordi forzatura su Napolitano”

Renato Schifani promuove la candidatura di Silvio Berlusconi al Colle. Il senatore di Forza Italia ed ex presidente del Senato invita la sinistra a ricordare l’elezione di Giorgio Napolitano al Quirinale. “Berlusconi – sottolinea Schifani a Sky Tg24 – è un uomo pragmatico e la contezza dei numeri certamente peserà sulla sua decisione, ma spero che la riserva possa essere sciolta in senso positivo. E alla sinistra che oggi parla di una candidatura divisiva e chiede un nome condiviso, ricordo quanto accaduto nel 2006: il centrodestra avanzò una rosa di autorevoli esponenti di centrosinistra per poi vedersi imporre Napolitano con 543 voti. Senza dimenticare che, nel 2013, fu proprio Berlusconi a decidere, con senso dello Stato e di responsabilità, di non cavalcare le divisioni nello schieramento opposto, sposando la richiesta di un bis di Napolitano”.

Per Schifani è necessario che “vengano posti in essere tutti gli sforzi possibili per consentire ai grandi elettori l’esercizio del diritto costituzionalmente garantito al voto”. Quanto alla possibilità che, in caso di stallo, si converga su un bis di Sergio Mattarella, per l’esponente azzurro, “se si dovesse ricreare lo scenario del 2013 e i numeri della pandemia continuassero ad aumentare, penso che il capo dello Stato raccoglierebbe un appello ampiamente condiviso dalle forze politiche. Mi auguro però che i partiti possano fare sintesi senza costringere Mattarella a questo sacrificio”. Infine, sull’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale, Schifani commenta: “Senza Draghi a Palazzo Chigi l’azione di un eventuale, futuro governo sarebbe indebolita e difficilmente si potrebbe riproporre lo stesso spirito di unità e responsabilità. Pensare a un premier diverso proprio nel momento in cui arrivano tanti miliardi dall’Europa non sarebbe nell’interesse del Paese”.

Il presidente leghista del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ritiene il Colle “un passaggio importante per il centrodestra e per la sua unità”, ma al contempo evidenzia che “nessuno ha i numeri per farcela da solo. Matteo Salvini rappresenta la forza maggiore del centrodestra e sta giustamente esercitando il suo ruolo ascoltando tutti”, dice. Intervistato dal Corriere della sera, alla domanda se si possa convergere su Draghi, il governatore del Carroccio risponde: “Nessuno si può escludere a prescindere. Sarà il segretario a fare le sue valutazioni. Draghi, di cui ho grande stima, è spendibile in molti ruoli”. E se alla fine si scegliesse una personalità che non è di centrodestra? “Cosi come riteniamo che non sia ammissibile affermare che Berlusconi è irricevibile, non saremo noi a dare ad altri la stessa patente”, ribatte. Quindi riferisce di aver in mente qualche nome e di averne già parlato con Matteo Salvini.

Frattanto, si è tenuto un vertice dei tre leader giallorossi. “Ottimo incontro con Giuseppe Conte e Roberto Speranza”. Lo scrive su Twitter il leader del Pd Enrico Letta. “Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto, nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità”. Letta ribadisce: “Non c’è alcuna intesa sui nomi perché ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni”.

Ma Guido Crosetto, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia ed ex deputato di Forza Italia e Pdl, rilancia il nome di Berlusconi: “Un percorso che prescinde dal Cavaliere non è agevole come qualcuno potrebbe pensare”. Il profilo del prossimo capo dello Stato, spiega intervistato da Repubblica, è quello di una “persona autorevole ma rispettata da tutti. Il problema può nascere se dobbiamo cercare una figura che, oltre ad essere rispettata in Italia, abbia peso internazionale. Lì il cerchio si restringe”. Non ce ne sono molte, oltre “a quella di Draghi e a quella di Berlusconi, almeno per ora”, dice.

Secondo Crosetto, “Salvini esercita il dovere di chi ha, all’interno del centrodestra, il gruppo più consistente in Parlamento. Questo, ovviamente, al di là dei sondaggi. È giusto che valuti diversi scenari. Tutti i leader, in questo momento, hanno tre o quattro piani alternativi”, spiega. Sul Cav “diciamo che, appena ha registrato le perplessità di Renzi e Toti, Salvini si è posto qualche domanda”. Crede che, se si facesse da parte, il leader di Forza Italia darebbe il via libera a un altro candidato di centrodestra? “Berlusconi è tipo che, se si tirasse indietro, vorrebbe concorrere ad indicare un nome di cui si fida. E ci sta, nel ragionamento, che questo nome possa uscire dal centrodestra”, risponde. Giorgia Meloni “non ha certo bisogno dei miei consigli. Mi sembra che sia impegnata nell’evitare che, dietro il paravento dell’elezione per il Colle, le forze politiche facciano un accordo per il ritorno al proporzionale”, afferma Crosetto.

Se è vero che Berlusconi medita il passo indietro, ciò potrebbe rasserenare il clima e potremmo cominciare a discutere per trovare una figura di alto spessore e di indiscutibile credibilità sul piano internazionale”. Così l’ex ministro dem Graziano Delrio a La Stampa. Secondo Delrio, “bisogna portare il massimo rispetto a Sergio Mattarella e alle sue scelte, per questo va tenuto fuori dal tritacarne delle polemiche e del toto-nomi”. Draghi? “Anche lui non va tirato per la giacca, ma indubbiamente gode di un prestigio indiscutibile. E proprio per tutelare la sua figura, di cui l’Italia non si può privare in questo momento, va ascoltato il suo appello a non eleggere un presidente con una maggioranza più stretta di quella che sostiene il suo governo, che altrimenti dopo rischierebbe molto. Il patto di legislatura ha senso, a prescindere da Draghi a Chigi o al Colle, per mettere in sicurezza il Paese”, spiega.

Intanto, la difesa di Silvio Berlusconi nel processo milanese sul caso Ruby ter ha chiesto ai giudici di valutare “l’opportunità” di rinviare l’udienza prevista per mercoledì prossimo, 26 gennaio, perché “il 25 iniziano le prime sedute per l’elezione del presidente della Repubblica e lo dico a prescindere del fatto che il dottor Berlusconi possa essere ufficialmente candidato, ma è una ragione di opportunità”. Lo ha spiegato in aula l’avvocato Federico Cecconi. La difesa ha fatto presente che il processo potrebbe essere rinviato “a fine febbraio” anche per la “situazione pandemica in atto”.

Aggiornato il 20 gennaio 2022 alle ore 09:31