“L’azione del Ministero è stata determinata verso un obiettivo cruciale: riportare i tempi della giustizia verso la ragionevolezza come prevede la Costituzione e l’Unione europea. I processi irragionevolmente lunghi rappresentano un vulnus per tutti”.

Così la Guardasigilli, Marta Cartabia, che ha illustrato nell’Aula del Senato la relazione sull’Amministrazione della giustizia. Secondo il ministro, i processi troppo lunghi rappresentano una sconfitta “per gli indagati e per gli imputati, che subiscono oltre il necessario la pena del processo e il connesso effetto di stigmatizzazione sociale. Per i condannati, che si trovano a dover eseguire una pena a distanza di tempo, quando ben possono essere persone diverse da quelle che hanno commesso il reato. Per gli innocenti – ha sottolineato – che hanno ingiustamente subito oltre misura il peso di un processo che può aver distrutto relazioni personali e professionali. E soprattutto per le vittime e per la società, che non ottengono in tempi ragionevoli un accertamento di fatti ed eventuali responsabilità, come è doveroso in un sistema di giustizia che aspiri ad assicurare la necessaria coesione sociale”.

L’anno della giustizia

Il 2021, come anno della giustizia, “è stato guidato in larga misura dai due fattori di contesto che hanno dominato in tutto il sistema Paese: la pandemia; la pianificazione Pnrr e la sua prima attuazione – ha ricordato Cartabia – due elementi che, da un lato, hanno posto continui imprevisti, sfide e problemi, ma dall’altro hanno anche offerto una serie di opportunità e di spinte al cambiamento”. E ancora: “Le emergenze si sono susseguite senza interruzione: e quest’ultima ondata di contagi ha acuito ulteriormente le criticità. Ma ogni giorno abbiamo cercato nuovi rimedi ai sempre nuovi problemi, abbiamo ricominciato, abbiamo incessantemente re-inventato il nostro modo di lavorare”.

Ergastolo ostativo e riforma

“In materia di giustizia penale – ha proseguito il ministro Cartabia – tra le riforme ancora da attuare non possiamo dimenticare quella sul 4-bis della legge sull’ordinamento penitenziario, che so essere di prossima discussione in Commissione giustizia alla Camera: a maggio scadranno infatti i 12 mesi di tempo dati dalla Corte costituzionale al Parlamento per intervenire sulla materia, nel rispetto dei principi costituzionali e salvaguardando le specificità e le esigenze del contrasto soprattutto alla mafia e alla criminalità organizzata in generale”.

Sovraffollamento in carcere e violenza

Marta Cartabia, sulla violenza e il sovraffollamento in carcere, ha puntualizzato: “Se vogliamo farci carico fino in fondo dei mali del carcere, in primo luogo perché non si ripetano mai più episodi di violenza, ma più ampiamente perché la pena possa davvero conseguire la sua finalità, come prevista dalla Costituzione, occorre concepire e realizzare una strategia che operi su più livelli: gli improcrastinabili investimenti sulle strutture penitenziarie – ha chiarito – una accelerazione delle assunzioni del personale, una più ricca offerta formativa per il personale in servizio e la diffusione dell’uso delle tecnologie, tanto per le esigenze della sicurezza, quanto per quelle del trattamento dei detenuti”.

Il tema della corruzione

“C'è una costante preoccupazione sulla piaga della corruzione – ha terminato Marta Cartabia – che richiede continua attenzione, per la sua capacità di divorare le risorse pubbliche e minare il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini, come ebbe a sottolineare il presidente della Repubblica”. E poi: “Troppi i drammi che originano in ambito domestico. Troppo spesso un insufficiente coordinamento tra le autorità procedenti rende inefficace l’intervento di tutti. E riduce la possibilità di intuire e prevenire conseguenze anche fatali”.

Il Csm

Infine, sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura, il ministro della Giustizia ha affermato: “Sono certa che nelle prossime settimane potremo progredire nella scrittura anche di questo atteso capitolo di riforma, che il Pnrr ci impegna ad approvare entro il 2022. La Camera ha già calendarizzato la discussione in Aula e quella scadenza dovrà essere rispettata. Per parte mia continuerò, come ho fatto nei mesi scorsi e come ben sanno tutti coloro con cui ho avuto interlocuzioni sul tema, a dare la mia massima disponibilità per accelerare il corso di questa riforma e per sollecitarne l’esame da parte dei competenti organi del Governo”.

Terrorismo

“Mi preme qui ricordare la decisione del Governo francese di dare il via libera, dopo anni di attesa, all’iter di estradizione per sette persone condannate in via definitiva per gravissimi reati commessi negli Anni di piombo, che avevano trovato rifugio Oltralpe – ha chiosato – la Francia ha così per la prima volta accolto le richieste dell’Italia e rimosso ogni ostacolo al giusto corso della giustizia su fatti che rappresentano una ferita profonda nella storia della Repubblica. In quell’occasione ebbi modo di rivolgere un pensiero, che oggi voglio rinnovare, a tutte le vittime degli anni di piombo e ai loro familiari rimasti per così tanti anni in attesa di risposte”.

Aggiornato il 19 gennaio 2022 alle ore 14:30