Giarrusso ama le manette

“Ingiustizia è fatta”, ha commentato su Facebook l’ex 5stelle Mario Michele Giarrusso. Uno che, della voglia di manette, ha fatto (ma non è il solo) la propria ragione di vita, dopo il pronunciamento della Corte d’Assise di Palermo sulla pseudo-Trattativa Stato-mafia. Per quelli come lui la manetta al polso è un successo: poco conta la sentenza. O meglio, è “apprezzata” se condanna, non piace se invece assolve.

Sono fatti così. Godono al solo pensiero di immaginare le persone dietro le sbarre, si incazzano se i medesimi soggetti vengono assolti. Navigano come i pesci rossi nelle acque dell’acquario giustizialista nel quale non fanno altro che “prendere mangime”, sono felici per gli arresti preventivi, non ammettono eventuali revisioni dei processi in secondo e terzo grado soprattutto se assolutorie. L’assoluzione diventa per loro un’assurdità, i teoremi accusatori si trasformano a prescindere in ragione di vita. E quando gli va male urlano ai quattro venti che “ingiustizia è fatta”: ci dispiace per Giarusso e quelli come lui.

Aggiornato il 25 settembre 2021 alle ore 09:44