Quando il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, ha affermato in tv che l’ex membro togato del Csm (Consiglio superiore della magistratura) Piercamillo Davigo gli aveva mostrato i verbali segreti dell’avvocato Piero Amara ricevuti dal pm di Milano, Paolo Storari, mi è venuta in mente un’altra scena “epica”: quella del colloquio del sindaco di Roma Virginia Raggi sul tetto del Campidoglio. E questo perché Morra ha sostenuto che il colloquio con Davigo avvenne sulle scale del Csm. Del resto, anche la sindaca capitolina (comunque più ardita) era seduta su uno scalino.

Mi sono immaginato Morra e Davigo, seduti vicino su un gradino con il fascicolo in mano: un’immagine che avrebbe segnato la storia! Tutto il mondo dell’immaginario morresco mi è però crollato addosso quando lo stesso Davigo, sempre in tv, è stato perentorio: “Non è vero, al senatore Morra non ho fatto vedere nessun verbale. Lui – ha sostenuto ancora Davigo – ricorda male e dice cose fantasiose”. Come dire, per noi frequentatori della strada e non dei Palazzi, che il senatore ex pentastellato ha detto una stupidaggine.

Ma Morra, si sa, è un po’ fatto così. Avete notato? Quando lo intervistano muove gli occhi spiritati in un modo tutto suo e con il suo sorrisetto sarcastico tende a dimostrare all’intero pianeta che lui conosce tutti gli omissis, i reati e le malefatte di chicchessia, soprattutto se appartenente agli altri partiti. Certo, nel caso del nostro è piuttosto facile parlare di “altri partiti”: lui è presidente dell’Antimafia in quota Cinque Stelle ed è rimasto in quel ruolo, nonostante se ne sia andato dai pentastellati ma ben si è guardato dal dimettersi, conseguentemente, da quella presidenza.

Aggiornato il 13 maggio 2021 alle ore 12:18