Le dimissioni tattiche di Zingaretti

venerdì 5 marzo 2021


Nicola Zingaretti si dimette accusando il partito di ricerca di interessi personali a tutto discapito del comune senso del bene della collettività. Ma se non fosse caduto il precedente governo se ne sarebbe accorto o avrebbe continuato a tessere la sua tela con Giuseppe Conte, Domenico Arcuri e compagni… già, perché anche lui aveva problemi con le mascherine o sbaglio?

Certo che il pandemonio Renzi ha decapitato tutto il gruppo di gestione precedente. Ma sarà vero che vuole solo andare via o è un modo per prendere ancora più forza all’interno del Partito Democratico e far accettare a tutti le sue scelte anticipando dolorose, per lui, possibili scoperte. Le motivazioni sono troppo generiche e qualunquistiche per essere vere.

Comunque, forse c’entrano i 5 Stelle? Tutto quello che toccano lo distruggono; c’entra forse Matteo Renzi che potrebbe riprendersi il Pd; c’entra forse Conte che, chiamato al capezzale dei 5 Stelle, vorrebbe canalizzare tutto verso un Pd zingarettiano ormai sottomesso a “Nicolintartaglia”.

Già, stavamo parlando di interessi superiori – pandemia, ripresa economica, futuro dei giovani – i soliti slogan. Perché allora non si dimette da presidente della Regione Lazio se vuole dare un segnale di coerente pulizia politica? Certo che Renzi ha fatto saltare il banco e la delega dei Servizi segreti a tecnici del settore sta anticipando il resto. Forse, ancora non si sa, ma il tempo ci dirà il resto.

Arcuri pare sia in difficoltà anche dove ha sempre lavorato, Zingaretti si dimette, i grillini si affidano all’avvocato del popolo, che oggi sta qua e domani sta là, simbolo della creatività coerente e disinteressata e mentre Beppe Grillo si presenta con un casco anti-pandemia e non solo, a noi cittadini comuni non ci resta che piangere tra economia distrutta, eterna e incurata pandemia e questo balletto di dimissioni del fratello di Montalbano. Il guaio è che non è una fiction, è proprio la realtà che riesce ad esprimere un certo tipo di politica. Ormai la realtà supera il sogno.


di Renato Siniscalchi