Perché non ci fidiamo

Qui non si tratta solo di seguire l’antico adagio del fidarsi è bene non fidarsi è meglio, si tratta di difendere quella libertà di pensiero e di giudizio che stanno cercando di togliere, limitare, condizionare in tutti i modi e da prima del Covid. Ci riferiamo al mancato ritorno al voto dopo la crisi dell’estate 2019, insomma in quel momento fu impedito ai cittadini di tornare ad esprimersi e scegliere da chi essere governati, una vera e propria forzatura nell’interpretazione della carta che non vietava affatto la possibilità delle urne, tanto è vero che esiste un precedente. Oltretutto in quel momento c’erano molti più motivi costituzionali per tornare alle urne elettorali, del contrario, il parlamento infatti era diviso tra gruppi politici contrapposti come mai nel passato, all’interno degli stessi c’erano lotte senza quartiere, nessun programma dell’uno poteva minimamente sposarsi con l’altro. Tanto è vero che tra Partito Democratico e grillini erano volate accuse pesanti e infamanti, seguite da giuramenti divisivi, mentre nel il Pd la guerra tra renziani e non, si era accesa al punto tale da preannunciare una rottura fatale, che poi c’è stata. E per finire, verso il premier Giuseppe Conte c’era un coro di critiche da stadio maggioritario: per farla breve, non esisteva un solo segnale per una maggioranza eventuale che fosse armonica e protesa verso un programma e una politica coesa.

Eppure, agli italiani è stato impedito il giudizio elettorale e l’unica ragione plausibile o che possa ritenersi tale è che fosse necessario assieme al voto impedire il successo del centrodestra, perché l’Europa e tutto un certo mondo non avrebbero mai gradito e sopportato il Bel Paese in mano al centrodestra, a partire da Francia e Germania e chissà magari la Cina. Insomma. che la Cina fosse lo sponsor più forte dei grillini al Governo si sapeva, come si sapeva che la Ue franco-tedesca avrebbe stappato champagne per ritrovarsi con l’Italia in mano al centrosinistra, tanto è vero che quando è successo il contrario l’ostracismo è stato così forte da arrivare con Berlusconi nel 2011 a mettere in piedi un golpe da spread per farlo fuori, a favore di un Governo più funzionale all’Europa e all’asse franco-tedesco, quello di Mario Monti. Del resto, non potrà sfuggire infatti che da quel momento da parte della Ue ci fu un allentamento delle rigidità e delle obbligazioni sul patto di stabilità, in cambio però di una serie d’interventi economici sociali e fiscali, tasse immobiliari, previdenza, salvataggi bancari, porte aperte senza limite all’immigrazione, che portarono l’Italia al lumicino e all’invasione di ogni clandestino. Per farla breve, la Ue col Paese a guida centrosinistra ha sempre avuto buon gioco, sia per la sottomissione sia per la rinuncia al potere contrattuale, e l’arrivo dei grillini antieuropeisti anziché generare timore come avrebbe dovuto essere, fu ben accolto. E la ragione veniva dalla certezza di poterci contrattare perché con Beppe Grillo si tratta eccome, soprattutto pensando ai legami dei Cinque Stelle con quella Cina che per Francia e Germania è diventata un partner commerciale strategico, intoccabile e fondamentale. Detto e fatto, perché i grillini con una “conversione ad U” sono passati guarda caso dall’ostracismo al voto per la Ursula Von der Leyen e alla linea europeista franco-tedesca più convinta, ecco perché in Europa, per Emmanuel Macron e per la Angela Merkel avere di fronte un Italia governata dai grillini, ex comunisti, cattocomunisti e così via è stato un piacere tanto grande da ripagare con nomine autorevoli e promesse di fondi più che agli altri Paesi.

Per farla breve, il vero ostacolo al disegno di un nuovo corso che stava nell’aria per Francia e Germania era il centrodestra, specialmente Lega e Fratelli d’Italia, dunque nessun voto e nessun rischio, così come l’altro e infinitamente più potente ostacolo era Donald Trump, che non solo si era messo di traverso all’espansione cinese ma per questo era entrato in rotta di collisione con l’asse franco-tedesco. Ecco la ragione per cui anche dall’Europa sono partiti attacchi senza quartiere nei confronti del presidente degli States, mentre per Joe Biden vincitore si spellano le mani e piovono fiumi di champagne perché con Biden la Cina resterà più che mai vicina. Certo, per arrivare a questo, per controllare tutto, per stappare e fare il botto, c’era bisogno di qualcosa di straordinario e planetario, togliere di mezzo Trump, isolare Boris Johnson in Inghilterra, emarginare definitivamente Visegrad, ridurre l’Italia al silenzio della disperazione.

Distrarre per terrore le attenzioni di intere popolazioni, non è mica una barzelletta serve una motivazione universale e tragica, e la paura di una malattia la più terribile che ci sia fa ben oltre che “90”, specialmente se la si propaga bene anche con l’informazione. Per carità magari siamo dei pazzi e sbagliamo tutto, però se da una parte non neghiamo il Covid e rispettiamo le regole e le cautele, dall’altra ci teniamo stretta la libertà del pensiero, della critica e della sfiducia, almeno fintanto che qualche provvedimento non tolga pure la libertà d’espressione e informazione che la carta garantisce: ecco perché insistiamo sul troppo che del virus non torna, ci stupisce e colpisce. Ci stupisce che nel mondo mentre per molti virus che circolano e sono davvero mortali ci si preoccupi poco o niente, col Covid si è arrivati a terrorizzare il pianeta tranne che la Cina, ci stupisce che l’informazione che in passato ha trascurato la quantità incredibile di morti quotidiani, molto molto maggiore di quella col Covid, a causa di altre malattie, oggi spari notizie a titoloni terrificanti sui contagi e sui defunti. Ci stupisce che si parli della gravità della polmonite come se fosse nata oggi anziché da sempre, ci stupisce la ressa intorno ad un vaccino che sembra più un business che un rimedio definitivo. Del resto, il semplice fatto di darlo per efficace ma non troppo, risolutivo ma non per sempre, monodose o con richiamo, non tranquillizza come dovrebbe, ma soprattutto non tranquillizza che da noi, perché è all’Italia che teniamo, si lasci che un Governo faccia l’opposto di ciò che serve per contrastare e risolvere i problemi, sanitari ed economici, come se volesse distruggerci del tutto e ridurci all’impotenza silenziosa. Perché basterebbe un po’ di buon senso per capire che il Conte bis opera al contrario del necessario, in confusione generale, crea un caos totale, ci sta portando tutti contro un muro con provvedimenti sbagliati economicamente e socialmente. Ecco perché non ci fidiamo e invitiamo tutti quanti a stare allerta e ben attenti.

Aggiornato il 25 novembre 2020 alle ore 10:52