Il gabinetto di Conte peggio di Xi Jinping

Fateci caso, ponete attenzione. Durante la prima ondata e i mesi di lockdown si discuteva tra inni e balconi anche di politica, soprattutto infuriava il dibattito sulle misure economiche, sugli aiuti statali e sugli interventi Ue, sul Recovery fund e sul Mes. Si auspicavano spallate ed elezioni immediate, sogni. Ancora si citava il lavoro e pensando ai giovani si profetizzavano il nuovo “game” e lo “spillover”. Nulla sarà più come prima, dicevamo. Macché. Siamo riprecipitati nel baratro del Novecento al contrario della dittatura del “pernondimenticare”. La discussione verte solo su un punto: come rinchiuderci sempre di più, corpo e mente. Un internamento siberiano falso epidemiologico con zone gialle, arancioni, rosse che si scambiano, aumentano, sotto la minaccia di un imminente secondo lockdown, senza criteri stabiliti, condivisi e spiegati, senza passaggi parlamentari, soprattutto senza alcuna giustificata e riscontrabile necessità. Un Giuseppe Conte col “piglio” di Adolf Hitler e il “cervello” di Stalin, altro che Winston Churchill, degli impertinenti post-sessantottini.

Non nego il Covid, e se non questo Covid qualcosa di simile con la sporcizia e il degrado sparsi ovunque causa la gestione della pericolosissima immigrazione fondamentalista da bivacco, tal per cui l’Italia è stata estromessa dal recente tavolo dell’Unione europea sul contrasto in quanto “inaffidabile”. Ma il ministro dell’Interno, e di tutto questo, la dottoressa Luciana Lamorgese, che neppure ora “ferma” i tagliatesta dei terrorismi europei, anzi li manda in giro positivi e foraggiati, aumenta gli sbarchi, cita vagamente le misure invocate da Giorgia Meloni, è ancora al suo posto a guidare “le chiusure colorate”.  Una volta erano colorate “le primavere” sciagurate del Medioriente, ma l’irresponsabilità geopolitica è sempre la stessa. Vorrei sapere da una Commissione trasversale e autorevole tutto sul Covid. Ma che lo chiedo a fare che questa emergenza non c’è. L’emergenza è cacciare Donald Trump, ridicolizzarlo, passare la proclamazione all’Associated Press, cioè all’associazione dei media, dove in Italia sono seduti i sinistri social della dittatura del “politicamente corretto”. Censure e stop. Non è più neppure il Governo illegittimo giallorosso che parla e decreta, ma un gabinetto: premier, Rocco Casalino, Selvaggia Lucarelli, Laura Boldrini e, semmai si presentasse un problema, Chiara Ferragni-Fedez, benedetti da oltre Tevere. Virologi e scienziati in ordine sparso vanno in onda e sui giornali ridicolizzandosi a vicenda, ormai scaduti nell’invidia, come ha denunciato Matteo Bassetti. Intanto non ci rendiamo conto che c’è il coprifuoco ovunque, più che per il virus perché dopo i recenti orrendi casi di cronaca l’Italia è una “pozza di morte” con bande criminali “fuori controllo”. Per questo strade vuote e polizia.

Voi dite la Cina e i draconiani comunisti cinesi. Ma neanche il paragone! Nell’impero del dragone Xi Jinping, quello per capirci del sospettabile grande Reset e Nuovo ordine mondiale, le stesse misure imposte in Italia sono state applicate di fronte a cinesi che cadevano per le strade morti, a stra-migliaia di polmoniti acute, a ospedali assediati di casi gravissimi. E comunque non tutta la Cina chiusa, la sola area di Wuhan. Questi sarebbero i terribilissimi comunisti cinesi, i quali hanno risolto la loro pandemia, di Covid non parlano più, pensano al Pil e ci hanno chiuso i confini, come se gli appestatori fossimo noi. Comincio a pensarlo. Dove sono in Italia i morti per le strade per giustificare restringimenti della libertà e dell’autonomia? Allora perché far entrare chiunque? E perché non un Governo tecnico di emergenza? Dove sono le migliaia di casi gravissimi per protocolli che neppure i più comunistissimi hanno adottato? Perché le emergenze che si vedono nelle città, negli ospedali, comprese le immagino trasmesse da “Le Iene” sui pronto soccorso di Napoli, non riguardano il Covid, ma l’inefficienza, gli errori madornali, gli abusi di pianificazione e di gestione. File di autombulanze, barelle ammucchiate, pazienti positivi con quelli negativi, anziani morti nei bagni, sanitari senza mezzi. Tutto questo non riguarda le impennate del virus, ma l’incapacità dell’amministrazione di questo Paese, mentre Rai e privati martellano a senso unico. Perché invece di pensare a tensostrutture in ogni Regione, come quella creata a Milano da Guido Bertolaso con fondi privati, si sono impegnati al solito dileggio contro le persone, guidati dai loro cafoni pennivendoli. Invece di dotare scuole, trasporti e luoghi pubblici di attrezzature idonee hanno comperato banchi a rotelle quando avrebbero dovuto inchiodarli per i distanziamenti, si sono fatti beccare nei business delle mascherine, hanno sprecato i mesi estivi affannati ad aumentarsi gli stipendi, paventando nuovo fisco e patrimoniali, addolciti da bonus per bici e monopattini, con quelli a “Cinque stelle” contro i privilegi. Ma ci rendiamo conto?

Ora ditemi cosa significa imporre per Natale il pranzo con fratelli, sorelle e congiunti di primo grado con la strenna del vaccino per i più buoni. Se invece passo le feste con un numero di altrettanti amici e conoscenti finisco in rianimazione? Ma capite che siamo sotto l’effetto stupefacente dell’esercizio di una dittatura? Di un manipolo di estremisti serramondo uniti a strampalati soggetti diversi di genere. Prima il riconoscimento dell’omosessualità, poi i matrimoni gay, poi le adozioni gay, poi le società fluide lesbo-trans, poi eutanasia e cambi di sesso anche a otto anni, infine nelle ultime proposte di legge sulla omo-trans-fobia una misteriosa “q” e un oscuro “+” per dire “bi-erasure”. Cosa significa? Sentite, io non pretendo un’opposizione alla Marine Le Pen che dichiara “non riconosco Joe Biden, punto e basta”. Ma almeno quella dell’ambulante che urlava: “È tutta una presa per i fondelli”.

Aggiornato il 13 novembre 2020 alle ore 11:29