“Al voto dopo l’emergenza”: così parlò Giorgia Meloni

Regole trasparenti (“chi fa cosa, come”), ammettere che i provvedimenti sono risultati sbagliati. E poi al voto dopo l’emergenza, senza se e senza ma. Giorgia Meloni, ai taccuini del Corriere della Sera, ha detto la sua su quello che dovrà essere il futuro, fornendo delucidazioni circa la possibilità di una intesa con il Governo in relazione alla gestione dell’emergenza. Un messaggio, questo, rivolto a chi “immaginasse di volerci trascinare nel loro fallimento, adesso che la situazione è ormai fuori controllo”.

Inevitabile, nel ragionamento del leader di Fratelli d’Italia, il passaggio sui Dpcm e sull’operato di Giuseppe Conte, “attento ad apparire in tv nel weekend per parlare agli italiani nel prime time”. Adesso è arrivato il momento di fare i conti: “Da otto mesi navigano a vista, con il premier Conte che fa Dpcm ogni quattro giorni”. A ciò si aggiunge un’altra questione, ovvero capire quali siano le priorità. “Finché non sappiamo le cifre – nota Meloni – parliamo del nulla. Il ristoro deve essere totale e deve prevedere il risarcimento per chiunque abbia speso soldi, per adeguarsi ai protocolli richiesti, che ora vengono considerati inadeguati”.

Con una iniziativa in cantiere. Infatti, Giorgia Meloni ha affermato di ritenersi pronta a organizzare un presidio permanente davanti a Palazzo Chigi, dove poter ascoltare chi sta vivendo momenti di estrema difficoltà. “Tre parlamentari di FdI sono anche ristoratori – conclude – sono pronti allo sciopero della fame, finché non sarà chiaro quanti soldi vanno a chi”.

Aggiornato il 26 ottobre 2020 alle ore 12:19