I divieti delle feste private a effetto boomerang

martedì 13 ottobre 2020


Finiremo col dare ragione a Maria Giovanna Maglie, che all’indomani delle Regionali quando la mancata “spallata” fece preludere a un Governo giallorosso fino al 2023, disse senza esitazione che “questa maggioranza avrebbe inciampato sui suoi piedi”? Comincio a crederci. Perché l’ultimo Dpcm firmato nella notte a Palazzo Chigi è un capolavoro dell’assurdo, che potrebbe generare il tracollo. Il divieto più eclatante è quello che riguarda le feste in casa, ridotte al numero di non più di sei persone, oltre a matrimoni e funerali con non più di trenta tra parenti e amici. Per non dire dei togli e metti le mascherine. Sarà pur vero, come ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza, che l’innalzamento irregolare dei contagi imponga norme restrittive anche tra le pareti domestiche, ma la decisione rischia di diventare un boomerang.

Il ministro Speranza ha annunciato la stretta domenica scorsa ospite da Fabio Fazio, il quale sbalordito ha replicato secco: “Scusi, ministro, ma come fate a controllare nelle case?”. E Speranza ha risposto: “Confidiamo nelle segnalazioni”. Alla parola “segnalazioni” è divampata l’incredulità degli stessi alleati, a cominciare da Fazio. E tra i nipotini di Palmiro Togliatti si è diffuso un immediato malcontento. Da Lilli Gruber a Barbara Palombelli è stato un coro di mugugni, oltre alle proteste dell'opposizione con Matteo Salvini che ha subito diramato un post in cui ha annunciato l’arrivo delle “spie del Governo” evocando le super polizie dei regimi e i controlli sovietici. Ma, stavolta, l’opposizione è apparsa più interna alla maggioranza, perché fino ad oggi era piaciuto ai piddini ammiccare alle dittature rosse coi loro abbracci cinesi, coi loro post alla ‘Che’ Guevara, coi loro profili di memoria staliniana.

Un corredo comunicativo per far paura, per darsi quel piglio che non hanno, per mettere il bavaglio agli italiani scongiurando manifestazioni e rivolte. Ma secondo alcuni osservatori con questo annuncio hanno superato se stessi. Anche io mi chiedo, visto che l’ultima “delazione” ha riguardato Matteo Renzi accusato da alcuni vicini di fare feste in casa durante il lockdown, che farà ora il titubante leader di Italia Viva? Continuerà a seguire i giallorossi in ogni loro spregiudicata iniziativa? E tutti i radical chic festaioli della gioiosa macchina” si faranno mettere la casacca di Mao?

Oltre tutto, se la misura sarà applicata alla lettera, i primi a doversi regolare sono proprio loro, gli onorevoli parlamentari, beccati spesso in casa a fare quello che proibiscono agli altri. L’ultima foto che circola è quella del premier Giuseppe Conte senza mascherina in un noto ristorante dei Castelli dopo un pranzo con fidanzata e brigata di cucina. E il bravo portavoce Rocco Casalino sarà capace di evitare gli inviti mondani e rispettare il Dpcm?

Certo, per gli italiani le cose vanno di male in peggio col virus che non recede, con le stangate fiscali in arrivo e la crisi che aumenta e col Governo che procede follemente. Ma a tirar troppo la corda si spezza, perché nella politica schizofrenica degli ultimi anni i giallorossi hanno favorito da una parte tutti gli ingressi e affollamenti più selvaggi, dall’altra hanno varato regole sempre più capestri. E che faranno quando riceveranno le segnalazioni dei vari affollamenti nelle case di accoglienza, delle varie feste rom, delle celebrazioni musulmane, dei riti di massa delle comunità straniere? E che ne sarà delle annunciate società fluide, dove nulla è più irregolare, saranno spiate dal buco della serratura?

Pare che la misura restrittiva domestica sia scattata in seguito a quanto accaduto di recente a Ladispoli, vicino Roma, dove una mamma con tosse e febbre, poi risultata positiva al tampone, ha organizzato per il figlio di otto anni due feste da trenta persone l’una creando un contagio esteso. E ora che la movida e le discoteche sono a lucchetto, e i ristoranti a orario ridotto, il Governo temendo che gli assembramenti si potessero riversare nelle case private, è corso ai ripari.

Ma a fare i comunisti più comunisti dei comunisti si rischia di inciampare, visto che già dal Colle è partito il segnale di mitigare il provvedimento a “buon consiglio”. E infatti, che ne sarà dell’articolo 14 della Costituzione che recita: “Il domicilio è inviolabile e non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale”?

Tutto c’è da temere, ma come diceva la grande Oriana Fallaci “prima di vedere gli italiani in riga si fa in tempo a morire”.


di Donatella Papi