Il Senato vota la fiducia al decreto Rilancio

giovedì 16 luglio 2020


Il decreto Rilancio è legge. Dopo il sì della Camera, il Senato ha votato la fiducia al testo del governo: 159 i voti favorevoli e 121 i contrari. La senatrice Paola Boldrini, capogruppo del Pd nella Commissione Sanità, intervenuta in Aula, ha detto che “il decreto distribuisce 55 miliardi. Non avevamo la bacchetta magica, ma abbiamo erogato cassa integrazione, bonus per i professionisti, fondi alle imprese, bonus vacanze. Ora assumiamo 9.600 infermieri e potenziamo la medicina territoriale, sostenendo in modo cospicuo il Sistema sanitario nazionale. L’obiettivo è rimettere in moto l’economia, in una situazione in cui il virus non è stato sconfitto e permane l’emergenza. Insieme possiamo farcela”.

Alessandra Gallone, vicepresidente dei senatori forzisti, annunciando che Forza Italia non avrebbe votato la fiducia, ha detto che “questo decreto di rilancio ha solo il titolo e che arriva in Aula addirittura senza relatore. Non daremo la fiducia a un governo che non ha mai dato fiducia ai cittadini e li umilia imbavagliando i rappresentanti del popolo italiano. Non possiamo dare la fiducia a questo esecutivo per rispetto dei professionisti che non hanno ricevuto fondi; delle madri costrette a lasciare il lavoro per seguire i figli; dei presidi e dei docenti sui quali avete scaricato tutte le responsabilità di una scuola che è stata l’ultimo dei vostri pensieri; del mondo agricolo a cui non avete concesso i voucher per far lavorare gli italiani”.

Per la senatrice leghista Tiziana Nisini, “le false promesse che questo governo ha fatto a lavoratori, imprese e commercianti hanno sortito una sola ed unica verità: l’Inps sta respingendo massivamente tutte le domande di cassa integrazione che continuano ad essere presentate. Questa maggioranza targata Pd-M5s anziché pensare di smontare i decreti sicurezza o fermare quota 100 nel 2021 dovrebbe darsi altre priorità e cercare prima possibile di non far diventare l’Italia un paese economicamente morto. A questo governo va riconosciuto però di avere una buona dose di creatività: dal Cura Italia in poi, nei titoli grandi speranze, nella sostanza, ahimè, l’intervento è riuscito, il paziente è morto. Ci siamo illusi che le nostre proposte rivolte a favore di commercianti, dei piccoli imprenditori e delle imprese del trasporto di navigazione che evidentemente hanno subito drastici crolli di fatturato e che quindi miravano al risarcimento degli stessi potessero essere almeno discusse in commissione, ma la maggioranza non ce lo ha permesso”.

 


di Mino Tebaldi