In passato le denunce in un dicastero avrebbero creato una crisi di Governo

Sabato scorso tutti abbiamo potuto leggere il seguente comunicato stampa: “Il viceministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri attacca Aspi (la Società concessionaria della rete autostradale) che chiede la garanzia dello Stato per avere un prestito altrimenti saltano gli investimenti. “Aspi, quelli del crollo del ponte di Genova, che si sono macchiati di 43 vittime e non hanno chiesto scusa. Ora questa novità: è la logica del ricatto” dice Cancelleri, chiedendo la revoca della concessione. E poi rivolto alla ministra Paola De Micheli: “Ha un dossier sulla trattativa con Aspi, che non conosce nessuno. Lo tiri fuori, il tempo è scaduto”.

Il giorno dopo pensavo, e come me lo pensavamo in molti, che la ministra De Micheli avrebbe chiesto le dimissioni del viceministro Cancelleri o il rappresentante del Pd all’interno del Governo, il ministro Dario Franceschini, si sarebbe mosso chiedendo subito un chiarimento.

Invece il giorno dopo ha preso corpo un confronto non tra ministra e viceministro ma, addirittura, tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle; un confronto molto più pericoloso; infatti la ministra De Micheli ha dichiarato ufficialmente che la istruttoria prodotta dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti era stata inviata a Palazzo Chigi alla attenzione del presidente Giuseppe Conte. Ma il viceministro Cancelleri ha continuato imperterrito (dimenticando di essere un membro del Governo) e ha sottolineato che “il Movimento 5 Stelle ha un piano serio: commissariare Aspi, sostituire Spea con Anas, allontanare la penale per la revoca inserendola come opere di subentro e far partire il bando di gara per la nuova concessione” e, sempre il viceministro Cancelleri ha aggiunto contro la sua Ministra “che nessuno, neanche Conte ha visto il dossier di De Micheli, che ha fatto insieme con Aspi una sorta di trattativa”.

Queste dichiarazioni ulteriori di Cancelleri e questo anomalo comportamento di un membro del Governo che ritengo davvero strano se si pensa che il nostro, fortunatamente, è un Paese democratico e civile, sino ad oggi non hanno generato nulla. Purtroppo questo silenzio e questa assenza di azioni denuncia, ancora una volta, che il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle stanno insieme per paura di perdere il consenso ma dimenticano che in tal modo lo stanno perdendo in modo irreversibile.

Devo essere sincero: sono davvero dispiaciuto che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sia sede di una diatriba così fastidiosa, sia sede di una distanza gestionale tra ministra e viceministro che pensavo portasse, ripeto, quanto meno alle dimissioni di Cancelleri; sono dispiaciuto che un ministero, una volta chiave della crescita del Paese, sia da cinque anni praticamente fermo e, soprattutto, sia diventato ormai marginale all’intero della intera compagine di Governo.

Insieme al dispiacere personale per la fine di un Dicastero potenziale motore della crescita del Prodotto Interno Lordo, c’è, da parte mia, una grande soddisfazione: il viceministro Cancelleri ha dichiarato in una intervista rilasciata a Giorgio Santilli su Il Sole 24 Ore che sta lavorando per un Piano di infrastrutture strategiche del valore di 100 miliardi (80 miliardi di opere ferroviarie e 20 miliardi di opere stradali); addirittura questo Piano trova già consistenza in una bozza di Disegno legge che prevede tra l’altro due soli Commissari: gli attuali amministratori delegati di Rete Ferroviaria Italiana e di Anas, due Commissari per un triennio dotati di poteri eccezionali in fase autorizzativa e di aggiudicazione: niente gara formale ma procedura negoziale con dieci imprese invitate da un albo costruito presso Ferrovie dello Stato. Addirittura Santilli nel suo articolo precisa che Cancelleri ha letto attentamente i due Contratti di Programma, quello di Rete Ferroviaria Italiana e di Anas ed è pervenuto all’elenco di opere il cui importo si attesta globalmente, come precisato prima, su un valore di 100 miliardi.

Il Movimento 5 Stelle da sempre contrario alle grandi opere, da sempre convinto della presenza di criminali nel comparto delle costruzioni, da sempre alleato con chi in questi cinque anni ha praticamente bloccato tutte le infrastrutture ed ha quindi contribuito al fallimento di 120mila imprese di costruzione e alla uscita dal mondo del lavoro di 600mila unità lavorative, ebbene il Movimento ora trova al suo interno non un consigliere comunale, non un consigliere regionale, non un parlamentare qualsiasi, ma un viceministro del Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti che invoca l’avvio di un Programma di 100 miliardi. Ma non basta, sempre il viceministro Cancelleri poche settimane fa aveva dichiarato espressamente che “una volta il Movimento 5 Stelle era contrario alle grandi opere ma ora il Movimento 5 Stelle è favorevole”. In realtà penso che Cancelleri da buon siciliano sia un estimatore della commedia greca, in particolare di Aristofane che privilegiava la recitazione a soggetto, cioè quella tecnica che permette agli attori di stare sul palcoscenico senza un vero e proprio copione da ripetere ma inventando sul momento dialoghi e colpi di scena; una tecnica fondamentale nella commedia dell’arte.

Il presidente Giuseppe Conte sa che con questi membri all’interno del Governo può al massimo produrre e annunciare Decreti legge ma difficilmente potrà vedere i relativi Decreti attuativi (i provvedimenti che rendono concrete le scelte operate dalle Leggi), con questa squadra difficilmente “governerà”.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole

Aggiornato il 29 maggio 2020 alle ore 15:27