La deriva autoritaria che non spaventa gli italiani

Per quanto ancora vorremo sopportare lo scempio dei diritti e lo smantellamento dello Stato democratico? Proviamo a valutare obiettivamente e senza condizionamenti politici, ciò che è successo e che sta succedendo. Questa epidemia, in Italia, si è diffusa ed ha avuto le gravi conseguenze che tutti abbiamo visto, per alcune inconfutabili ragioni:

  1. La colpevole omertà del regime cinese, che ha taciuto il pericolo a partire dal mese di ottobre, quando si sono registrati i primi casi;
  2. La colpevole sottovalutazione dell’epidemia, già in corso, da parte del nostro governo, nonostante la dichiarazione di emergenza sanitaria fatta a dicembre e nonostante fossero sotto gli occhi di tutti gli effetti del virus sul popolo cinese;
  3. La colpevole inadeguatezza delle nostre strutture sanitarie, indebolite da anni di restrizioni economiche, messe in atto da una dissennata classe politica, preoccupata solo di mantenere il potere e i privilegi;
  4. L’incolpevole trattamento sanitario, messo in atto dai medici nei primi due mesi, inadeguato sia per quanto riguarda le attrezzature, che le terapie, visto che nessuno conosceva ancora gli effetti del virus e le sue possibili complicazioni.

In questo quadro, che è stato più o meno lo stesso in tutta Europa e che la Germania e altri Paesi hanno affrontato con maggiore competenza e cautela, l’Italia ha mostrato tutti i propri limiti. L’epidemia è stata gestita malissimo; i principi democratici e le libertà fondamentali dei cittadini, sono state compromesse ed è emersa una latente, ma ormai evidente, tentazione della classe politica al governo del Paese, a dominare il popolo italiano, imponendo una ideologia moralizzatrice, che sta facendo man bassa dei valori costituzionali e dei diritti di libertà ottenuti grazie alle menti illuminate del passato e ai sacrifici di tutti i cittadini. Per accorgersi di questo, basterebbe osservare con attenzione la realtà, ma gli italiani hanno troppa paura del virus, per comprendere la gravità di ciò che sta succedendo, preferiscono pensare a indossare le mascherine e i guanti e denunciare alle forze dell’ordine i loro vicini, se contravvengono alle leggi di un’emergenza che, fortunatamente, non è più nemmeno così grave. Come dice il proverbio? Il mal cercato non è mai troppo. Eppure non ci vuole particolare acume per vedere quello che succede:

- Le misure di lockdown sono state volutamente eccessive e ciò, evidentemente, con l’intenzione di affermare il principio della “obbedienza a prescindere”. Si poteva chiedere alle persone di stare in casa, ma le autocertificazioni per uscire, l’obbligo di indicare le persone che si andava a visitare, il divieto di passeggiare da soli, o in aree isolate, così come il divieto di fare sport solitari, tanto per fare solo alcuni esempi, sono misure illogiche, funzionali solo al riconoscimento di un potere assoluto e privo di controlli;

- Il Parlamento è stato esautorato di ogni potere, decisionale e di controllo sull’esecutivo. Il presidente del Consiglio ha segregato gli italiani e fermato l’economia del Paese, solo adottando dei Decreto del presidente del Consiglio dei ministri;

- La Costituzione che è, da sempre, la Carta che garantisce la nostra democrazia, è stata continuamente calpestata. Lo “stato di emergenza sanitaria”, a differenza dello “stato di guerra”, non è contemplato dalla Costituzione e, pertanto, non consente di limitare i diritti inviolabili dei cittadini. Ciò nonostante, tutti i diritti fondamentali sono stati compromessi, oltretutto, senza alcun garbo e senza limitare tale abuso allo stretto necessario;

- Figure senza alcun ruolo istituzionale, come i “virologi di Stato”, hanno preso il comando delle nostre vite e ci hanno imposto modelli di comportamento e nuove relazioni sociali;

- Dopo aver chiuso tutte le attività e distrutto il turismo e gran parte delle piccole aziende, che sono il principale polmone della nostra economia, si è tentato di trasformare il Paese in una sorta di Stato assistenziale, che consente alla gente di sopravvivere, solo grazie alle sue elemosine (che oltretutto non arrivano) o ai redditi di cittadinanza;

- I vari radical chic, vanno proponendo modelli idioti di “decrescita felice”, che valorizzano le economie rurali di villaggio o l’utilizzo di biciclette e monopattini, che serviranno solo ad aumentare le diseguaglianze sociali e a far ingrassare ancora di più le grandi multinazionale e i gruppi economici, alleati di questo potere malato e corrotto;

- Il ministro della Giustizia, travolto da scandali e da decisioni totalmente insensate, non solo non si dimette, ma viene salvato dalla mozione di sfiducia, solo per mantenere in vita questo Governo privo di investitura popolare;

- La ministra dell’agricoltura, Teresa Bellanova, in piena pandemia e con i cittadini italiani che cercano disperatamente un lavoro, non trova di meglio che varare la sanatoria degli extracomunitari, la cui giustificazione, al di là delle idiozie che sono state dette, è esclusivamente ideologica;

- I giudici e l’intero Csm, con le loro esternazioni sulla spartizione del potere e sull’ex ministro Matteo Salvini, confermano che anche la giustizia è al servizio della politica e che, per il cittadino, non vi è più alcuna garanzia di un processo tecnico e ispirato ai principi di legalità, certezza del diritto e indipendenza dei giudici;

- Si sta cercando di introdurre l’ultima odiosa invenzione del ministro Francesco Boccia: gli “assistenti civici”.

Una sorta di spioni di Stato, con il compito di controllare e schedare coloro che non si atterranno alle direttive del potere;

- Il presidente della Repubblica, che è il garante della Costituzione, di fronte a tutto questo, tace, mostrando inadeguatezza o, peggio ancora, complicità. In questo quadro desolante, che suscita forti preoccupazioni, la gente deve capire che non ha più senso schierarsi con la destra o con la sinistra, con questo o quel partito. Oggi, ogni persona responsabile, ha il dovere di schierarsi solo dalla parte della legalità e degli interessi dei cittadini e pretendere che vengano ripristinati i valori dello stato democratico, con riforme immediate, che impediscano nuove e più gravi degenerazioni del sistema. Tutto questo con un occhio privilegiato alla tenuta economica del Paese, sostituendo lo Stato assistenziale, con uno Stato riformista, che renda più competitive le imprese, attraverso un sistema fiscale più equo, nuove opportunità di lavoro e un apparato creditizio meno autoreferenziale e più rivolto allo sviluppo dell’economia. Solo chi saprà fare questo dovrebbe poter contare sul voto e sulla fiducia degli italiani.

Aggiornato il 28 maggio 2020 alle ore 11:28