Votare a giugno, non a settembre

Quella di dire di votare a settembre è la solita “strategia” (bugia) di Sergio Mattarella che rimanda per prendere tempo. A settembre troverà un’altra “emergenza” per lasciare tutto com’è. L’Italia deve votare adesso, a giugno 2020. Avremmo già dovuto farlo da molto tempo. Niente impedisce oggi legittime elezioni democratiche. Gli italiani sono arcistufi delle pagliacciate contro i loro voti e la politica - eletta - dalla maggioranza degli italiani, come nel caso dell’ex ministro dell’Interno - eletto - perseguitato giudiziariamente (con l’uso della falsa giustizia) perchè ha attuato quanto richiesto dagli italiani, cioè lo stop all’invasione dei clandestini immigrati irregolari in Italia.

Devono finire i diktat della falsa magistratura politicizzata contro la volontà della maggioranza degli italiani fattasi politica eletta. Peraltro Matteo Renzi ha mantenuto sulla poltrona l’inquisitore giustizialista Alfonso Bonafede. E non è certo lui, restando fuori dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere contro Matteo Salvini, ad averlo “salvato”: i voti con cui si vietava di procedere erano già tredici e i tre renziani sono stati ininfluenti.

Gli italiani hanno già ripetutamente cacciato Renzi dalla scena politica a pedate, e hanno già abbattuto politicamente con i propri voti espressi sia il Movimento 5 stelle che il Pd i quali, al governo del mai eletto Giuseppe Conte, non rappresentano nessuno, non certo alcuna maggioranza in Italia, presupposto per il voto democratico elettorale, ancora oggi impedito ed ostacolato impunemente agli italiani.

L’Italia va sempre più giù, sprofonda e non le si fa fare l’unica cosa da tempo necessaria: votare. C’è un chiaro legame tra questo ostacolo a votare e lo scandalo dei giudici. È evidente l’intreccio tra lo Stato mancante della “giustizia” in Italia e l’attuale impedimento a fare votare noi italiani. È la commistione dei giudici nella politica italiana, e della politica nella “giustizia”, a tenere fermo il nostro Paese, con le mani legate mentre sprofonda.

Bisogna tornare alla divisione netta dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Divisione e separazione dei poteri non significa che i giudici sono - come oggi in Italia - legibus soluti, privi cioè di qualsivoglia controllo dell’ordinamento. Autonomia della magistratura non significa lasciare che i giudici in Italia facciano come piace a loro, arbitrio e discrezionalità incluse, ma garantire l’imparzialità e l’equità del giudizio. Oggi, alla luce dello scandalo Palamara e del Csm, che coinvolge altri magistrati e i partiti politici ad essi legati (cioè il Pd) evidentemente non è così.

Come è già in tutti gli altri Paesi europei, è necessario che la politica garantisca la imparzialità e l’equità, il lavoro dei giudici, non ammettendo alcuna porta girevole tra politica e magistratura. Non deve essere ammissibile per legge il giudice in politica e viceversa. I giudici non devono stare nei ministeri e nelle commissioni parlamentari. I giudici devono stare nel chiuso delle loro stanze d’ufficio. Allo stesso modo, il politico eletto non deve poter ricoprire ruoli giudicanti. La separazione dei poteri - e la cosiddetta “autonomia” ed indipendenza dei magistrati - si dipana e coniuga così dentro il nostro ordinamento civile, che è civile appunto prima che giuridico (attenzione, i due termini non coincidono, la civiltà ingloba il diritto, non viceversa).

Come slegare oggi il legame perverso tra politica e non-giustizia che è la causa dello sprofondare dell’Italia? Il primo rimedio e l’inizio della soluzione possibile è fare votare gli italiani. Tenendo tutto fermo, come oggi fa e vuole una certa parte politica con il benestare di un presidente nominato e scelto solo da quella medesima parte politica, è un danno per l’Italia e gli italiani tutti.

Bisogna votare a giugno 2020. Il rapporto tra politica e falsa giustizia, tra non giustizia e imprenditori, e viceversa, tra politica e impresa, si comincia a risolvere votando ed avendo non giudici ma politici eletti.

Aggiornato il 27 maggio 2020 alle ore 12:05