Gardini: “La politica aiuti le imprese o sarà una strage”

giovedì 21 maggio 2020


“Abbiamo un enorme bisogno di politica. Perché oggi vedo una politica debole, soggetta a una burocrazia sempre più dannosa e invasiva. Chi ha voglia, è bene che si impegni per cambiare il suo Paese. Dobbiamo rimettere la politica al centro della vita pubblica. Abbiamo visto come i tecnocrati sconfinano spesso con i burocrati, oggi addirittura hanno il bollino della scienza. Questa premessa è necessaria e doverosa”. Elisabetta Gardini, eurodeputata di Forza Italia dal 2008 al 2019, oggi è nell’esecutivo nazionale di Fratelli d’Italia. È una politica competente e tosta, determinata e battagliera nella vita come nell’agone politico. Mai, nella sua esperienza, aveva vissuto una battaglia così drammatica, quella contro il virus che ha ribaltato le nostre vite. Proprio la politica, nella presente crisi sanitaria, non ha dato risposte adeguate, abbandonando i nostri angeli custodi (medici, infermieri e tutto il personale sanitario) nel bel mezzo di una tempesta senza precedenti.

Quale Paese manda le proprie risorse migliori allo sbaraglio?

C’è sicuramente una cosa che non ha funzionato e che non sta ancora funzionando: le protezioni! Siamo in un Paese dove i medici non hanno ancora le protezioni! Lo Stato, che per Costituzione è il responsabile nelle emergenze sanitarie, non è stato in grado di procurare le protezioni neanche alle persone che stanno in prima fila. Abbiamo quasi 170 medici che hanno perso la vita per colpa di questo Stato. Il ritardo nell’apertura delle industrie è stato legato a questo: non sono in grado di proteggere chi lavora, di garantire la sicurezza nei posti di lavoro. Questa delle protezioni è una cosa di una gravità inaudita.

Sulla diffusione e l’impatto dei contagi, soprattutto nella Bergamasca, pesa come un macigno la mancata zona rossa nei focolai di Alzano e Nembro. Un lockdown che avrebbe evitato una carneficina di queste dimensioni nelle zone colpite. Anche qui, lo Stato ha le sue responsabilità.

Mi risulta che la Regione Lombardia avesse insistito con il Governo per istituire la zona rossa e frenare così i contagi. Ma il Governo ha temporeggiato, anche qui non ha deciso. Quel tempo perso ha pesato eccome, sul disastro avvenuto dopo. Non è un caso che adesso stiano attaccando la Lombardia. È ignobile, è vergognoso! È ignobile e vergognoso vedere che questi attacchi riguardino una regione così colpita, tra l’altro con figure così istituzionali come Fontana e Gallera, sempre disponibili e collaborativi. È scandaloso.

Come considera l’azione di governo attraverso Dpcm?

Si tratta di atti amministrativi che non passano né per il Parlamento, né dal Quirinale, né dal Consiglio dei ministri. A questo si aggiunga che il nostro primo ministro non ha mai preso un voto in vita sua e, nonostante questo, decide per tutti. Questo mi preoccupa molto.

Che ruolo devono avere i comitati scientifici nelle decisioni politiche?

Mi scusi, io sono stufa di sentir parlare di “scienza”. La scienza non esiste e già dire “la scienza” è un atteggiamento anti-scientifico. All’università ho fatto l’esame di filosofia della scienza e un professore bravo e capace ci ha spiegato bene che cosa sia l’atteggiamento scientifico. La scienza non ha mai certezze, infatti esistono gli scienziati e i ricercatori. Ci sono tantissime opinioni diverse, ma mai un’affermazione univoca. Poi bisogna smettere con questo vizio, derivato dalle Nazioni Unite, di fare questi baracconi di burocrati, che si mettono da soli lo spillo di “scienza” e che poi si credono scienziati. Con l’aggravante che tutti quelli con opinioni diverse da loro vengono emarginati e rovinati. Spero che questo virus provochi un ripensamento del sistema, perché noi abbiamo dei burocrati mediocri nei posti di comando. Abbiamo distrutto la catena del merito e adesso abbiamo i mediocri che prendono le decisioni fondamentali.

Crede che l’Italia dovrebbe accettare il Mes?

Cominciamo col dire che il Mes è un trattato dove tutti gli stati contribuiscono. Noi abbiamo già dato circa 15 miliardi. È finanziato in parte dagli Stati dell’Eurozona. Seconda cosa: è un trattato inter-governativo. Terza cosa: si sono anche fatti uno status particolare. I signori del Mes non rispondono ad alcuna giurisdizione, perché godono di immunità totale. In Grecia hanno fatto un disastro ma nessuno può essere chiamato a risponderne. Ha capito la gravità? Questo status di immunità dei tecnocrati è aberrante. Poi il Mes funziona in questo modo. Quando a chiedere un prestito è un Paese in regola con le condizioni di Maastricht, lo può fare tranquillamente; quando invece lo chiede un Paese come il nostro che non ha quei parametri in regola, allora scattano le condizionalità. È come andare in banca: meno sei affidabile, più garanzie devi mettere. Prima la casa, poi l’azienda, poi tutti i tuoi beni. E ancora non basta. Questo chiedono. Ora ci dicono che tolgono le condizionalità soltanto per le spese sanitarie e soltanto per l’emergenza. Ma il trattato non è stato cambiato! E i trattati Ue devono essere modificati all’unanimità! Non mi pare che possa esserci un consenso unanime. Nel 2011 i Capi di Stato e di Governo non avevano approvato il progetto, perché si trattava di un fondo collegato all’emissione degli Eurobond. Quando è arrivato Mario Monti, gli Eurobond sono spariti ed è rimasto il Mes, che ha sostituito di fatto il fondo salva stati. Il fondo salva stati aveva peraltro funzionato con Paesi come il Portogallo e l’Irlanda, e che poi invece è diventato quello strumento micidiale e assassino che è stato utilizzato per la Grecia, ovvero il Mes. Io voglio che, al momento in cui si deciderà sul Mes, il Governo chieda il mandato al Parlamento.

Nelle sua esperienza da parlamentare europea, è stata più volte negli Usa. Cosa ha notato di diverso nel rapporto fra Politica e Burocrazia?

Negli States abbiamo incontrato l’Epa, l’agenzia del governo federale americano per la protezione dell’ambiente. Il problema era il tetto alle emissioni di CO2, di cui il Congresso non voleva sentir parlare. Allora i nostri funzionari del Parlamento europeo hanno chiesto: non potete essere voi a stabilirlo? La risposta è stata: sarebbe nelle nostre competenze, lo possiamo fare. Non avendo però la copertura democratica del voto del Congresso, le industrie ci farebbero causa e ci annienterebbero. Ecco, quello è un Paese dove la politica è più forte della burocrazia. Dove la burocrazia, anche se fatta di super esperti, non può muoversi se non ha il voto democratico di chi rappresenta il popolo a supportare la sua posizione. Capisce la differenza tra il nostro Paese e gli Stati Uniti?

Come valuta la strategia del Governo per il rilancio dell’economia?

Il nostro Governo non si è attrezzato con una strategia seria per la ripresa. In altri Paesi hanno mandato soldi sui conti correnti. Qui i 600 euro non sono arrivati a tutti, e quando sono arrivati ciò avvenuto con un mese di ritardo rispetto al decreto. Chi ci governa è incapace. Ma sono talmente incapaci che viene il dubbio che lo facciano apposta. Il nostro tessuto economico e sociale è fatto di piccole e medie imprese. Tanti imprenditori mi dicono che hanno più convenienza a liquidare l’attività e poi, passata la buriana, eventualmente riaprirla, che andarsi a infilare in questa orgia di burocrazia. Allora mi viene spontanea la domanda: ma sono solo incapaci, o c’è il dolo? Poi, mi faccia dire un’altra cosa. I ristoranti quando riapriranno avranno un quarto dei tavoli, sempre che le persone abbiano voglia di uscire con tutte queste regole. Ne dubito, almeno all’inizio, siamo tutti ancora sconvolti.

Poi è arrivata la multa di 400 euro ai ristoratori in protesta.

Guardi, questa è una cosa di una gravità assoluta, perché è indice di una cultura di governo avversa alle imprese: vengono multate persone che hanno voluto dire che così non ce la fanno ad andare avanti. Non sono morti per Covid-19, rischiano di morire di stenti. Il rischio è quello che a quell’imprenditore che si è impiccato ne seguano altri, e poi altri ancora. La disperazione mista a miseria è terribile. È sempre lì davanti agli occhi di tutti come chi ha festeggiato il 25 aprile cantando Bella Ciao non sia stato multato”. Una bomba sociale rischia di esplodere, mentre i provvedimenti del Governo sono fatti per adesso solo di annunci e buone intenzioni. Non va meglio in Europa, dove le risposte tardano ad arrivare per la conflittualità fra Stati che aspirano all’egemonia e la lentezza della macchina burocratica. Con l’Italia che non appare avere la forza necessaria per ottenere un accordo vantaggioso.

Indro Montanelli amava dire, sarcastico: “Quando si farà l’Europa unita, i francesi ci entreranno da francesi, i tedeschi da tedeschi e gli italiani da europei”.

Aveva ragione Montanelli. La nostra classe politica, dal 2011, non è stata in grado di curare gli interessi degli italiani! C’è una continuità politica nei personaggi che sono stati i punti chiave in questa distruzione dell’Italia. Tutto inizia da Romano Prodi, che ci ha fatto entrare nell’Euro in quel modo allucinante e svantaggioso, dove hanno spalmato sulle spalle degli italiani una parte del debito, dove hanno fatto crollare quasi del 50 per cento il potere d’acquisto degli italiani. Per arrivare poi a Monti, che ha firmato questo Mes. Una vergogna!


di Alberto Luppichini