Governo: chi l’ha visto?

Chi l’ha visto, come la trasmissione, ci sembra un titolo minimo per un esecutivo che politicamente più scarso, inadeguato, diviso e socialmente ingiusto, non avrebbe potuto esserci nella nostra storia. Qui non si tratta solo di tanti ministri che alla più parte degli italiani risultano sconosciuti, perché da quando è scoppiata l’emergenza sono scomparsi dai radar, ma anche di quelli, premier compreso, che presenti invece sulla scena, anziché fare, parlano spesso a sproposito ma concludono niente. Tanto è vero che sui provvedimenti per la crisi, oltretutto parziali, posticci, risicati e complicati, ancora siamo alla quasi totale evanescenza, ci riferiamo al Decreto di marzo perché quello di aprile è tutt’ora in alto mare nonostante maggio abbia già compiuto una settimana. Ecco perché diciamo chi l’ha visto, parliamo dei prestiti che dovevano arrivare in 24 ore, dei bonus che in larga parte sono ancora fermi, della Cig che per troppi resta in alto mare, della semplificazione per gli accessi ai sussidi che rimane una chimera.

Chi l’ha visto soprattutto per ciò che servirebbe e l’esecutivo non ha deliberato a partire dal fondo perduto, dallo storno fiscale parziale, dalla data sulle riaperture, dalle agevolazioni per le imprese, dal piano per il sud, dai soldi sul conto per ripartire. Al contrario quella che si è vista e bene è stata la scarcerazione di tanti mafiosi, l’annuncio dell’invio di milioni di cartelle fiscali, lo scandalo sulle mascherine, la scriteriatezza sulle scuole per settembre, la parodia sugli 8 tipi di autocertificazione, il tormentone delle dirette tivù a tutte le ore. Insomma si è visto il teatrino della maggioranza al posto di un provvedimento e di un intervento studiato, attagliato e ragionato sulle vere esigenze del Paese per fronteggiare concretamente la crisi economica e sanitaria e per rilanciare la produzione. Non passa giorno che dentro il governo non vi sia una lite, un ultimatum, uno stop, tanto è vero che il decreto di aprile è bloccato ai nastri per gli scontri fra Italia viva, grillini e Pd, per non dire delle divisioni fra gli esperti nominati in massa e pagati ad hoc per le soluzioni al crollo che viviamo. Verrebbe da dire alla faccia dell’unità, perché a sentire Matteo Renzi che parla di un governo di cui è parte fondamentale che calpesta la costituzione, oppure Bonafede che incrocia accuse gravissime col magistrato Nino Di Matteo, o la Teresa Bellanova che minaccia dimissioni, vengono brividi e convulsioni. Per non parlare degli scontri sullo sport di Vincenzo Spadafora e Italia viva, fra Lucia Azzolina e Giuseppe Conte sulle metà lezioni in classe e metà a casa, fra Roberto Gualtieri e Lugi Di Maio sul Mes, una girandola spudorata di liti mentre l’Italia affonda e andrebbe salvata in fretta.

Abbiamo visto show televisivi per ascoltare l’erogazione di potenze di fuoco monetarie inesistenti, per sentire l’attivazione immediata di provvedimenti tanto maestosi quanto fantasiosi, per essere rassicurati sulla comprensione di chi ha dovuto bloccare lavoro e fatturato senza che per risarcire arrivasse l’ombra del finanziamento garantito. Eppure il Paese produttivo è alla disperazione, aziende, negozi, operatori del turismo, ristoratori, concessionari, professionisti, partite Iva, artigiani, a Napoli c’è stato addirittura un suicidio per non dire dei tanti che ci hanno pensato perché sconvolti sul futuro, insomma siamo di fronte ad una catastrofe incombente e di concreto ancora poco o niente. Anzi per dirla tutta di concreto c’è l’idea di un condono per gli irregolari, perché la sinistra negli indulti ai carcerati e agli immigrati vede un’opera di giustizia e di bene, mentre sul fisco e sui sospesi e contenziosi vede l’ingiustizia sociale e una disparità da fare male. Eppure il governo sulla disparità sociale che si è creata fra statali e privati, fra chi la crisi non l’ha vista perché lo stipendio è assicurato e chi riceve nulla e vive disperato, tace fa finta e tira dritto come se il frutto del lavoro fosse un diritto costituzionale solo per l’apparato pubblico, mentre per chi ha dovuto abbassare la serranda, spegnere le macchine, fermare tutto, fosse un optional eventuale.

Un governo che ancora non capisce quanto questa disparità possa generare una rabbia incontrollata senza un intervento fiscale risolutivo e compensativo, che non può essere la presa in giro di una dilazione delle scadenze accompagnata da milioni di ingiunzioni dell’Agenzia delle Entrate, roba da scatenare davvero una rivolta. Ecco perché scriviamo chi l’ha visto, chi l’ha visto un governo capace e competente, in grado di studiare una strategia efficace per salvare il paese, di mettere in atto un programma di contrasto per mezzi e risorse, una serie d’interventi che arrivino subito agli utenti, chi l’ha visto? C’è da chiedersi chi si accollerà l’onere dello sbaglio grave di aver messo in piedi una maggioranza senza capo né coda, senza coesione, un esecutivo di seconde file solo per evitare il giudizio elettorale, un governo che prende solo tempo per aspettare l’elemosina europea perché non è in grado di studiare e non vuole accettare l’alternativa interna proposta dalle opposizioni. Che piaccia o meno a qualcuno prima o poi si voterà e finalmente chi vivrà vedrà.

Aggiornato il 07 maggio 2020 alle ore 17:21