Elisabetta guida l’Inghilterra nell’emergenza virus

Il discorso della Regina Elisabetta alla nazione resterà un evento mondiale, dopo quello celeberrimo di suo padre Giorgio VI. La sovrana ha dimostrato di prendere le redini dell’emergenza, ora che Boris Johnson si è aggravato. E contro i tentennamenti del governo ha diffuso regole per tutti: “Occorre autodisciplina, tranquilla risolutezza condita di buon umore e spirito di resistenza”.

Un utile scettro del comando per tanti premier e uomini al potere soprattutto britannici, ai quali ha dato una bella strigliata. Ecco come comanda una donna regale.

Erano le venti quando Sua Maestà ha preso la parola alla tv dal castello di Windsor, dove è isolata con il principe consorte Filippo. “Vi parlo in un tempo che so essere di crescente difficoltà - ha esordito - Un tempo di sconvolgimento nella vita del nostro Paese che ha portato dolore ad alcuni, problemi economici a molti ed enormi cambiamenti nella vita quotidiana di tutti noi”.

Nelle stesse ore Boris Johnson, contagiato, veniva trasferito in ospedale dopo dieci giorni di febbre alta e dopo la spericolata teoria sull’effetto gregge. Ma l’epidemia si è rivelata più forte dell’impetuoso Boris, che ora è in terapia intensiva e con lui è contagiata mezza Downing Street, facendo tremare il governo che lo ha subito sostituito con il ministro degli Esteri. Chi guida ora l’Inghilterra?

A 94 anni, è toccato alla più longeva sovrana assumere la guida del Regno britannico. Con un discorso in 4 minuti, pacato, ma fermo ha dettato la linea: “Insieme stiamo affrontando l’emergenza, se restiamo uniti e risoluti vinceremo noi”.

Dobbiamo pensare che Elisabetta è anche la regina della Seconda guerra mondiale e così, in un momento di intimità, lei stessa ha raccontato quando giovanissima prese per la prima volta il microfono per dare coraggio ai bambini dopo le prime bombe tedesche.

“Spero che nei prossimi anni tutti potranno essere orgogliosi di come hanno risposto a questa sfida - ha esortato la regina - E coloro che verranno dopo di noi diranno che i britannici di questa generazione sono stati più forti di qualsiasi altro, che le qualità dell’autodisciplina, della cortese determinazione e della comprensione reciproca ancora caratterizzano questo Paese”.

È il suo quarto discorso in sessantotto anni: il primo per la guerra con l’Iraq, il secondo per il funerale di Lady Diana e il terzo per la morte della centenaria regina madre nel 2002. Tanto per dire ai logorroici mediatici che l’autorevolezza non dipende dalle volte che uno appare. Volto sereno senza ritocchi, tre fili di perle, orecchini in parure e spilla intonata all’abito verde come i prati inglesi, Elisabetta ha dimostrato l’intramontabilità della sua monarchia. Mai come questa volta è il caso di dire “Dio salvi la Regina”.

Aggiornato il 08 aprile 2020 alle ore 14:44