In attesa di porgere l’altra guancia

E meno male che il governo aveva garantito che la nomina di Gentiloni alla commissione economica sarebbe stata una sorta di blindatura per le nostre istanze, per noi era il contrario, tanto è vero che con tutta probabilità siamo in fila ad aspettare l’ennesimo calcio nel sedere. Insomma è come se nel senso biblico del termine porgessimo l’altra guancia ad una Ue che se ne buggera così come ha fatto sempre, alla faccia del sogno solidale, fraterno e collettivo di un consesso messo in piedi per essere più vicini, più forti e più sicuri nei momenti difficili e peggiori.

Per parte nostra non abbiamo mai creduto a questo sogno perché a partire dai patti, dai cambi delle monete, allo statuto della Bce s’era capito quale fosse l’intento vero di questa presa in giro, da una parte chi comandava dall’altra chi obbediva. Tanto è vero che subordinare la moneta e la finanza ad una banca non prestatrice d’ultima istanza diceva tutto, basterebbe il confronto con la Fed per capire la differenza, in America non esistono mille sigle di strumenti finanziari e monetari, c’è la Fed che a semplice richiesta interviene e basta.

Ecco il motivo per cui al contrario di una vera banca centrale quella europea si è dovuta inventare una quantità di acronimi cervellotici con altrettanti vincoli per sostenere la liquidità aggiuntiva da erogare ad un paese di fronte al bisogno, il Mes è questo il resto è un ridicolo pretesto. Ecco perché l’errore ma anche l’inganno viene da lontano, da quando per punto e virgola nella stesura di ogni patto e di ogni condizione, anziché alla unità, solidarietà e alla condivisione si è stabilito chi fosse Deus e chi minus, chi fosse imperatore e chi servitore.

Per questo stare in fila nella speranza che la Germania si pieghi all’esigenza di condividere il debito seppure in un momento straordinario, non solo è illusorio ma controproducente perché ci pone in una condizione peggiore e questuante anziché di paese fondatore e importante. In questo passaggio drammatico per i tedeschi d’importante c’è solo il primato loro, del comando, degli interessi nazionali, perché di noi se ne buggerano né più né meno di sempre, dall’immigrazione alle quote di produzione, dall’austerità alla flessibilità sui conti.

Ecco perché avremmo dovuto affrontare questa emergenza con una scelta diversa di partenza, se avessimo richiesto un prestito eccezionale agli italiani con l’emissione interna di titoli speciali privi di carichi fiscali e una scadenza decennale, al Mes e alla Germania avremmo fatto marameo. Ci saremmo presentati all’eurogruppo senza acqua alla gola, senza pietire, anzi avremmo potuto farci sentire almeno questa volta mettendo sul tavolo più che una richiesta la necessità di una svolta epocale sui trattati e sull’impostazione generale del consesso internazionale.

Non solo ma con un prestito non forzoso dei cittadini avremmo avuto subito a disposizione tutti i quattrini da erogare senza passare dalle mille complicazioni che subiranno le erogazioni dei decreti, insomma debito per debito tutt’altra storia anche a futura memoria. Perché sia chiaro il trionfalismo col quale il governo ha annunciato la manovra dei 400 miliardi, tutti da vedere, cozzerà con le procedure di assegnazione, coi tempi di fruizione, con le regole di ripartizione, parliamo di tempo, quel tempo che altrove è stato zero.

Infatti in America, Inghilterra e in Germania pure, i soldi per fronteggiare la crisi sono stati messi immediatamente sul comodino della gente, delle aziende, degli operatori, proprio per evitare attese pericolose, sia socialmente che economicamente. Oltretutto viene da chiedersi come mai di fronte all’ erogazione strombazzata dal governo, 400 miliardi effettivamente sono un’enormità, ci si metta in fila per sperare nella minuzia di 30 miliardi dal Mes, perché delle due l’una, o non è così oppure siamo “cretini”.

A che servono 30 miliardi col rischio che sappiamo se siamo in grado di metterne a disposizione già 400? Non vi pare? La realtà ovviamente è diversa e l’annuncio di un Paese da sceicchi va riscontrato, verificato nella realtà dei fatti. Da ultimo perché non si interviene sul fronte della spesa se la necessità è di qualche decina di miliardi in più? A che serve il Mes se 30 miliardi si possono trovare stralciando subito dalla spesa le scriteriatezze delle finanziarie precedenti, a partire da quota 100, dai bonus, dalle compensazioni fiscali eliminate?

Chi vivrà vedrà nel mentre riscontriamo due realtà, la prima è l’ipocrisia di una Ue che non è mai stata quella strombazzata, la seconda è un governo diviso e impacciato che pensa ad annunciare più che fare quando il paese non può aspettare, Sia come sia ce la faremo, grazie alla straordinaria volontà, non solo di quelli in prima linea contro il virus, ma degli italiani che ancora una volta nonostante tutto sapranno dimostrare quell’ impegno senza fine di un popolo forte e fuori dal comune.

Aggiornato il 08 aprile 2020 alle ore 10:27