Dal governo e dalla Azzolina 70 milioni alle scuole

Non è certo la prima volta che questo giornale offre alla classe dirigente valide proposte. E con la scuola abbiamo fatto centro. Perché il governo e il ministero dell’Istruzione hanno accolto in pieno le osservazioni che erano partite anche da L’Opinione, per contrastare quella deriva che puntava a promuovere tutti gli studenti italiani con una sorta di “6 politico”. “Sono contrarissima e non se ne parla nemmeno”, ha stroncato la diatriba la ministra Lucia Azzolina, che ha illustrato le misure per la fine anno 2019-2020, causa scuole chiuse per il virus. Misure che vanno tutte nella direzione di un altro presupposto che dalle nostre pagine avevamo chiesto fosse accolto, e il più importante: far fare agli studenti e alla nostra scuola il salto definitivo nel digitale. Non tutti promossi, ma tutti digitali. E così sarà.

Il premier Giuseppe Conte illustrando l’ultimo decreto sugli investimenti per le imprese e le date per la scuola, è andato anche oltre e ha detto: “Non solo va accolta la richiesta di tanti docenti e giovani di implementare la digitalizzazione, ma il diritto a una equità nazionale nel digitale andrebbe inserito nella Costituzione”. Come poteva essere diversamente visto che la rete in questa emergenza epocale ha retto il sistema Italia e mondiale, ha collegato miliardi di persone superando le lontananze e gli isolamenti, ha consentito l’emergenza, il coordinamento e l’informazione? Grazie alla rete, ai computer e alla televisione l’Italia e il mondo stanno sconfiggendo la pandemia. La rete ha corso più veloce del virus nonostante qualche imperfezione ancora della banda larga.

Poi quella trasmutazione nel digitale di un universo intero, ossia i cantanti, gli scrittori, gli attori, i personaggi famosi che dal loro salotto sono entrati nei nostri pc per proseguire il grande spettacolo dell’arte. Da Bob Dylan a Sting, da Joan Baez a Sharon Stone e poi i nostri Fiorello, Gianna Nannini, Laura Pausini. Così gli anonimi, gli autodidatti, l’e-learning e i tutorial che dilagano. Tutto questo è l’alba del mondo nuovo, non la notte del Coronavirus. Va ricordato che l’Italia porta la bandiera dell’innovazione quando nel 2000 con le cospicue gare introducemmo le reti mobili e la comunicazione cellulare. Certo, il “digital divide”, come lo chiamano gli esperti, cioè il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è escluso in modo parziale o totale, è ancora un obbiettivo da implementare. Il premier Giuseppe Conte e la ministra Lucia Azzolina hanno spiegato che sono già stati inviati (non solo stanziati) ai vari istituti italiani i primi 70 milioni come “bonus” per aiutare gli studenti più svantaggiati ad acquistare un computer.

E ora non ditemi che questa non sia la strada giusta non solo per il futuro, per superare l’uso sconsiderato della rete per il bullismo online. Purtroppo dove c’è ignoranza c’è caduta. Dobbiamo ripensare a quello che il “profeta” del computer, Steve Jobs, disse ricevendo la laurea honoris causa a Stanford, in quel discorso memorabile poco prima della sua morte, quando pronunciò la formula magica: “Stay hungry, stay foolish”. Non perdete mai la voglia di imparare, la curiosità, l’ambizione; non smettete mai di fare scelte non convenzionali, avanzate e fantasiose.

Aggiornato il 07 aprile 2020 alle ore 13:00