Meglio tardi che mai

giovedì 27 febbraio 2020


A conclusione (per modo di dire: si è “conclusa” solo una presa d’atto dell’epidemia) del dibattito sul decreto “milleproroghe”, Forza Italia ha contestato al Governo: “Avete consegnato l’Italia ai magistrati estremisti”.

Finalmente una dichiarazione ufficiale, di una forza (benché debole) politica sulla caduta del Paese nelle mani del Partito dei Magistrati.

Me ne compiaccio anch’io, che di questa così tardiva constatazione ho scritto e scrivo quotidianamente da molti anni a questa parte: libri, articoli, dichiarazioni. E trovo momenti di consenso con amici e non solo con amici. Ma mi compiaccio, della tardività e della provenienza anche se non nascondo che sentire una simile affermazione oggi e sentirla da Forza Italia non manca di provocarmi un moto di stizza e di contestazione. Contestazione di responsabilità che non sono solo quelle del voto di fiducia “sanitaria” di questi giorni.

Forza Italia non è immune da responsabilità gravissime anche se è rimasta sempre, in questo campo, in una seconda fila più odiosa che esimente. Responsabile è certo di non aver reagito contro il Colpo di Stato della sistematica persecuzione giudiziaria dei suoi esponenti, a cominciare, ovviamente, da Silvio Berlusconi, che fu solo uno dei tanti in cui il golpe (prosecuzione di quello di “Mani Pulite”) si diresse e si manifestò.

Ma non si tratta di una “indagine” sulle responsabilità. Indagini che sono necessarie solo per quel tanto che servono a capire la realtà del presente. È pure inutile domandarsi con troppa insistenza in che cosa consista il “golpe dei giudici” e la politica del “Partito dei Magistrati” messa in atto per realizzarlo. Ce ne è data prova quotidianamente.

C’è un lavorio, che è di facile successo, per l’ignoranza della classe politica, per accentuare la preminenza del potere giudiziario sull’Esecutivo e pure sul legislativo. Di più: sentiamo magistrati villanamente ed arrogantemente proclamarsi: la Costituzione siamo Noi.

Ma c’è, ed è sempre più evidente e sfacciato, un aspetto “squadristico” dell’azione politica del Partito dei magistrati. Un motto lo diede al Pool di Milano “Il magistrato più amato dagli Italiani”, Antonio Di Pietro, con il famoso proponimento “io quello (Berlusconi) lo sfascio”.

Dopo gli squadristi fascisti, abbiamo avuto ed abbiamo gli squadristi togati “sfascisti”, demolitori a tempo e luogo oltre che di norme politiche invise al loro partito, di persone che il Pdm. considera “inaccettabili”.

Forza Italia, Berlusconi, non seppero e non vollero reagire all’aggressione al loro leader, ed a tutte le aggressioni in Comuni, Regioni, in tutto lo scenario politico. Stoltamente cercarono di “minimizzare” l’aggressione e le aggressioni. Come se ciò valesse a farne diminuire il danno ed il pericolo. Oggi sentiamo affermare da loro che quattro scimuniti pentastellati “hanno consegnato l’Italia al potere del Pdm”.

Certo è affermazione che ai pm, ai magistrati, alle Procure, all’Anm, attribuiscono carattere di parte e di partito. Finalmente! Almeno questo!

Vorrei, senza scrupoli, dire anch’io “Meglio tardi che mai”. Non è certo per tener sempre presente la mia priorità nelle denunzie di questa situazione che ripiegare su tale modo di dire non mi libera dall’angoscia. Certo, “meglio tardi che mai”.

Ma, intanto, non diciamolo a bassa voce. Gridiamolo. Oggi e sempre, finché le cose non cambieranno. Altrimenti, il peggio seguirà inesorabilmente il male.


di Mauro Mellini