Un governo impreparato e un paese isolato

L’analisi della situazione incredibile che viviamo, non è poi tanto complicata, perché a settembre del Coronavirus non si sapeva nulla ma dell’inadeguatezza e della impreparazione di questo governo, si sapeva eccome. Come si sapeva che saremmo andati incontro ad una fase economica di affanno e ad una serie di problemi gravi sul fronte occupazionale per via dei troppi tavoli aziendali aperti e mai risolti, ai quali in corso d’opera si è aggiunto quello della Air Italy.

Insomma che al Paese sarebbe servito un governo autorevole sostenuto da una maggioranza chiara dotata di un programma condiviso ad hoc per affrontare un periodo denso di complicazioni e difficoltà crescenti, era noto e risaputo, affermare il contrario sarebbe una bugia. Tanto è vero che già da allora tutti gli indicatori segnalavano il brutto tempo in arrivo e la necessità di scuotere l’Italia con provvedimenti coraggiosi sul fronte della fiscalità, degli investimenti infrastrutturali, dello stimolo all’intrapresa e della revisione della spesa improduttiva.

Per farla breve serviva una serie di scelte audaci, che solamente una maggioranza chiara a supporto di un esecutivo coeso, sarebbe stata in grado di operare assumendo su di sé la responsabilità di un percorso alternativo al precedente. Per arrivarci l’unica strada sensata avrebbe potuto essere quella del voto, per due semplici ragioni, la prima per affermare il primato della sovranità popolare in un passaggio così particolare, la seconda perché senza armonia e un programma definito nessun governo potrebbe funzionare bene.

Ancora di più se accanto alla mancanza di coesione, di una linea condivisa, ci fosse l’ostilità fra alleati e l’incapacità della parte più importante chiamata addirittura governare in continuità con il fallimento precedente. Perché sia chiaro sebbene la sinistra si sbracci per addossare a Matteo Salvini tutti gli errori, sappiamo che nel governo gialloverde la maggioranza fosse grillina a partire dal premier scelto dai 5 stelle, la classica bugia dalle gambe corte insomma.

Eppure nonostante tutto apparisse chiaro sia nel presente che all’orizzonte, pur di non consegnare il giudizio agli italiani che avrebbero votato contro i grillini e contro la sinistra, si è preferito mettere in piedi un esecutivo figlio della discordia, della paura e della inadeguatezza. Detto è fatto ne è conseguita quella sorta di sceneggiata alla quale assistiamo da settembre, dalla finanziaria tasse e manette, restrittiva e assistenziale, ad una serie di scontri, litigi, gaffe, minacce di crisi e di sfiducia, da pièce insopportabile e teatrale.

Ebbene nel mezzo di questo paradiso è arrivato sfortunatamente il virus e guarda caso siamo precipitati dentro un imbuto di, indecisioni, scelte incoerenti, dichiarazioni sconcertanti, provvedimenti discordanti, ritardi e passerelle scoraggianti, col risultato di essere impantanati, isolati da tutti, considerati untori e in preda ad una crisi economica ancora più allarmante. E allora viene da chiedersi se è tutta malasorte oppure un fatto conseguente, dopodiché è ovvio che adesso serva l’unità della nazione e la più ampia e collettiva collaborazione, è giusto che dai cittadini all’intero parlamento ci sia l’impegno a superare questo momento, ma dopo?

Subito dopo, almeno per noi, serve dire basta alle forzature, ai governi inadatti e pasticciati, alle maggioranze nate dall’ipocrisia e dalla paura della democrazia, sbagliare è umano insistere è diabolico e di perseveranza in perseveranza agli italiani è finita la pazienza, intelligenti pauca.

Aggiornato il 26 febbraio 2020 alle ore 11:57