Questione di poco ma occhio al dopo

Come più volte abbiamo scritto, questione di poco, poco più o poco meno, ma l’ultimo respiro di questa maggioranza sceneggiata in peggio, sta per arrivare, insomma superata da tempo la linea del compromesso, anche la voglia di potere perde la presa e cede. Del resto il livello di scontro dentro l’alleanza giallorossa, fra i leader, tra Matteo Renzi, Giuseppe Conte e il resto dell’esecutivo, era ed è arrivato a livelli insopportabili per tutti, insomma non se ne può più.

Ecco perché oramai non solo siamo ai titoli di coda, ma, ed è quello che preoccupa, siamo al dopo, nel senso che “Giuseppi” spera e pensa di riuscire a mettere in piedi il terzo governo, grazie al supporto di alcuni transfughi riuniti in una sorta di gruppetto di peones. Girano nomi di forza Italia, di ex grillini e di renziani pronti a tornare nel Pd pur di mantenere la poltrona, lo stipendio extralarge e forse qualcosa in più da Conte, non fosse altro che sotto forma di premio di maggioranza e risultato.

Sia chiaro parliamo di ipotesi, ma visto che il diavolo era furbo perché era vecchio, quando le ipotesi diventano costanti, significa che in pentola più che qualcosa bolle parecchio, in questo caso il Conte ter sostenuto da una maggioranza “carnevale” visto che in questi giorni girano le maschere. Certo per fare il conto serve l’oste, ma visto che prevenire è meglio che curare sarebbe bene, anzi necessario che Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi assieme al resto del centrodestra, si facessero vedere dalle parti del Quirinale.

Parliamo dei leader del centrodestra perché per quanto riguarda gli italiani siamo sicuri che una eventualità del genere, il Conte ter, impensabile in qualunque paese normale, sarebbe accolta molto ma molto male, a dire poco. Qui non si tratta solo della spudoratezza assoluta con la quale parlamentari eletti nel centrodestra finissero per sostenere il governo più di sinistra della storia, perché l’assenza del vincolo di mandato ci ha abituati a tutto, si tratta di sfidare le leggi della pazienza, del buon senso, della democrazia.

Insomma verrebbe da dire est modus in rebus, passi per il governo gialloverde che fu già un errore grossolano di Salvini, passi con fatica eccezionale quello peggiore di adesso cosiddetto giallorosso, ma pensare di arrivare al Conte ter sarebbe davvero troppo, tertium non datur insomma. Ecco perché diciamo a Salvini, Meloni e Berlusconi di affacciarsi preventivamente al colle per capire, non fosse altro perché non c’è sondaggio che non confermi quanto il paese preferisca largamente il centrodestra e quanto la gente abbia voglia di votare.

Sia chiaro il capo dello Stato dall’alto della sua autorevole magistratura non ha bisogno di consigli, ma ciò non toglie che in democrazia ognuno abbia diritto di esprimere le proprie posizioni specialmente se rappresentano il pensiero della maggior parte degli italiani. Per farla breve se fosse crisi veramente e il Conte bis dovesse naufragare, almeno per noi che siamo l’ultima ruota del carro, la soluzione sarebbe quella di un esecutivo ponte che portasse rapidamente al voto, anche perché il paese ha bisogno di una maggioranza nata finalmente dalle urne e basta.

Per questo diciamo occhio al dopo, dando per probabile se non di più, la fine dell’esecutivo giallorosso, del resto se sbagliare è umano perseverare potrebbe rivelarsi ancora peggio.

Aggiornato il 21 febbraio 2020 alle ore 14:59