L’ultimo sfregio alla Costituzione

Un espediente per rimuovere un altro espediente che inceppa il voto (lo previdi assolutamente inascoltato quando il “taglio” lo votarono in Parlamento).

Oggi il referendum su questa modifica della Costituzione è di per sé ignorato da tutti. Matteo Salvini però dice di andare a votarlo per levarselo da torno con un voto di conferma della cazzata non altrimenti definibile e porre fine alla legislatura con nuove elezioni finché dura il buon vento per la Lega. Per Salvini quel che conta è solo questo particolare.

La storia del “taglio” dei parlamentari è una delle più penose ed allarmanti del montare del “fastidio” per la politica. Che, poi è fastidio per la democrazia, e peggio ancora, per un qualsiasi pensiero definibile come politico, con l’odio, più che per il politico, per il pensiero in sé. “Tagliare” i parlamentari “in esubero” (tanto che ci stanno a fare?). Meno deputati, meno senatori, meno spesa” (come si andrà avanti con questa bellissima riduzione di spese?). Riduciamo il numero, poi si vedrà!

L’antipolitica che oggi ha un partito (per fortuna in rovinoso declino) è fenomeno più vasto di quanto non sia manifesto e dichiarato. Andrà in pezzi l’“antipolitica ufficiale del grillismo” (speriamo presto) ma l’antipolitica è nei partiti, nel loro stesso negare a se stessi una denominazione propriamente “politica” (hanno denominazione da marchi di merce del supermercato). Accadde con l’“Uomo Qualunque” del dopoguerra che scomparve già alle elezioni della prima legislatura (alla Costituente aveva 30 deputati). Scomparve ma ci lasciò il “qualunquismo” Dc e non solo della Democrazia cristiana.

Sono veramente troppi senatori e deputati così come oggi è stabilito dalla Costituzione?

La risposta a tale domanda che, del resto solo pochi si pongono, è solo una risposta di antipatia. Troppi? Certo! Tanto che ci stanno fare? Antipolitica mera e ottusa. E mancanza di ogni effettiva considerazione del problema. Qualcuno dirà che senatori e deputati negli Stati Uniti sono molti di meno. Certo, ma negli Usa la Confederazione lascia ai singoli Stati dell’Unione competenze che da noi lo Stato nazionale si tiene ben strette (e ha ragione: l’unificazione è stata ed è difficile e dolorosa!). Non si possono fare paragoni del genere. E da noi vige la complicazione delle cose semplici.

Le competenze del Parlamento sono ampie e, soprattutto, complicate. Il Regionalismo non ha, di fatto, ridotto gran che la pesantezza dell’organizzazione della Repubblica. Forse l’ha aggravata. Ha prodotto soprattutto duplicazioni. Se consideriamo il numero delle commissioni parlamentari (che credo sia quasi raddoppiato) e, poi, la complicazione del meccanismo statale, la pretesa di continui cambiamenti (delle “novità”) rattoppi, rattoppi dei rattoppi etc., ci si accorge che il numero dei parlamentari è anche troppo esiguo. E se sapessero far veramente bene le loro funzioni, lo sarebbe ancora di più. “Tagliare” il numero dei parlamentari significa solo consentire il tagliare un altro po’ di prestigio e di attenzione per le istituzioni parlamentari.

C’è da dire molto altro. Cercherò di farlo. Spero che non vorrete alzare le spalle per questo mio affannarmi.

Aggiornato il 07 febbraio 2020 alle ore 16:45