Marinella Pacifico: voce fuori dal coro grillino

La senatrice Marinella Pacifico del Movimento 5 Stelle prende le distanze dal giustizialismo grillino e dichiara “qualche giorno fa la Commissione parlamentare antimafia ha udito il Procuratore Aggiunto di Roma e coordinatore della Dda capitolina... e come prassi consolidata la politica usa come una clava la Commissione ed i lavori, per randellare e regolare conti che nulla hanno a che fare con la lotta o il contrasto alle organizzazioni criminali”.

“La storia si ripete - continua Pacifico - nonostante gli attori (a volte) cambino. Usare segmenti di un procedimento penale per regolare faide politiche significa non rendere giustizia ad un territorio e soprattutto non aiutare i cittadini a cui si vorrebbe dare risposte. Considerare il favoreggiamento alla mafia prerogativa di un singolo partito o di un campo politico appare di uno strabismo che definire pericoloso è finanche riduttivo. Analizzare la relazione del dottor Prestipino non fa che confermare la tesi avanzata dalla sottoscritta ed esposta più volte, ovvero le radici antiche del fenomeno mafioso nel basso Lazio”.

E la senatrice entra nel dettaglio: “Periodo in cui molti Comuni, balzati alla cronaca giudiziaria, erano amministrati proprio da giunte facenti riferimento a partiti che ora accusano gli altri di favorire le mafie. Se fosse così semplice sradicare le mafie dai contesti territoriali - continua la Pacifico - con il semplice cambio di partito, basterebbe votare la parte politica avversa. Il fenomeno è molto più complesso e le risposte sono più articolate. Purtroppo non è così e la vicenda di Roma, e dovrebbe perlomeno cauti. È avvilente sentire stimati colleghi disquisire di mafia altrui e non accorgersi che, magari il ristorante dove mangiano abitualmente appartiene ad un clan di camorra. Il dottor Prestipino si sofferma in un spazio temporale, in cui l’impulso alla lotta alle mafie si è attivato e si è concretizzato, senza mancare di stigmatizzare l’insipienza investigativa precedente. Condivido in pieno, ma spero intenda di tutti gli attori, compreso i dominus delle indagini. Il ruolo della Commissione parlamentare antimafia, in un paese dove molte regioni sono soggiogate dal potere mafioso, deve essere alto e qualificato, ma soprattutto non strumentalizzabile. Oserei dire sovrapartitico e non può certo soffermarsi a spezzoni di indagine - sottolinea la Pacifico - per poi rilanciare mediaticamente. Il Paese merita di più. Il Paese pretende attestati di vicinanza al presidente dell’Ordine degli Avvocati di Latina, che qualche tempo fa ebbe il coraggio di denunciare l’intimidazione ed il tentativo di piegare alcuni avvocati alle esigenze illegali di alcuni mafiosi”.

E poi la senatrice chiosa: “Mi auguro che la lotta alla mafia non venga più sventolata come trofeo di caccia, ma sia patrimonio di ogni singolo partito, ricordando le doti camaleontiche che ne fanno l’organizzazione criminale più antica”.

L’invito di Marinella Pacifico è a perseguire la giustizia giusta, ad abbandonare il protagonismo giustizialista... ad ascoltare anche gli avvocati.

Aggiornato il 05 febbraio 2020 alle ore 17:28