La battaglia dei politicamente scorretti per difendere la Democrazia

L’ultimo episodio è stato il Coronavirus, ma era accaduto già con la “citofonata”, con gli sbarchi, con Bibbiano, con i racket africani, con le Ong, con Carola Rackete, con tutto il modo che ha Matteo Salvini di fare politica e strigliare gli avversari. Per aver incalzato sull’epidemia virale il trio di Palazzo Chigi (Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Roberto Speranza) chiedendo controlli severi sugli ingressi e tanto più ora per fermare l’orda selvaggia degli sbarchi clandestini risaliti del 700 per cento, in quanto ora non è più solo ordine pubblico ma emergenza sanitaria, è stato sommerso nelle varie dichiarazioni ufficiali di epiteti che vanno da “sciacallo” a “falso allarmista”. Non sono i trolls o la Rete, è il Partito Democratico che si esprime così. La demonizzazione è la regola. E allo stesso modo di Salvini viene aggredito chiunque non sia paludato, ecumenico, trattenuto od evangelista. Da una parte attaccano, dall’altra ingiuriano. Lucia Borgonzoni in campagna elettorale è stata accusata dagli anti-sessisti di essere una poco di buono.

Calunnie, molestie e abusi. Accade a tanti, anzi a tantissimi. Accade a Vittorio Feltri di essere ingiuriato e fatto passare per uno che sbrocca per il solo fatto che fa da anni un giornalismo “controcorrente” secondo la migliore tradizione dell’informazione che canzona la superbia ideologica, come faceva Indro Montanelli. Ebbene per Feltri, penna eccellente e un signore del giornalismo, la sinistra del web chiede “il bavaglio per un vecchio da internare”. Ma si può restare zitti? Accade a Maurizio Belpietro da rieducare, ad Alessandro Sallusti golpista e a tutti i giornalisti fuori dal coro, da Nicola Porro a Mario Giordano fino a Paolo Del Debbio, ovviamente con livelli diversi di delegittimazione.

La sinistra clandestina accusa gli avversari di quello che fa da anni spudoratamente, cercando in questo ultimo estremo colpo di coda di azzerare l’opposizione, il dissenso e la libertà d’espressione prima di sprofondare. Non solo il vecchio “due pesi e due misure”, ma un solo modo di pensare per tutti. Un esempio eclatante: la citofonata-scandalo, quella paragonata addirittura alla “notte dei cristalli” della Shoah, per cui perfino Matteo Renzi ha definito l’intellettuale rosso Gustavo Zagrebelsky “uno che ha sclerato”, è il mezzo usato da tutta la sedicente “Tv-verità”, da “Chi l’ha visto?” ai vari programmi che usano citofoni e telecamere per scovare i colpevoli, fare i processi e condannare la gente. Si potrà dire che non è elegante per un futuro premier attaccarsi ai citofoni.

L’elenco sarebbe lunghissimo. Non parliamo del web, dove picchiatori di parole e trolls militanti sono il prolungamento di questa classe dirigente rossa che cambia il pelo ma vuol fare del vizio la norma. Per carità, c’è anche un tasso di verbosità alto e talvolta spropositato e una maleducazione di fondo in tutta la globalizzazione del messaggio, però sta crescendo il rischio di una censura non più percepita e di una libertà di espressione ristretta solo al politicamente corretto secondo chi comanda. “Eliminiamolo”, diceva il titolone de “la Repubblica” contro Salvini alla vigilia del voto, lui e chi lo segue, contro cui Feltri e altri direttori hanno fatto un esposto agli organi di stampa.

Non è dunque solo Salvini il bersaglio. È che Salvini, da politico che insegue un elettorato interpreta una massa di italiani, e anche stranieri, che cercano il loro riferimento e la loro rappresentanza. Di fatto Salvini è passato dal 4 al 34 per cento, cresce e può vincere, al di là del consociativismo che rappresenta il vero sistema antidemocratico della casta, degli sprechi, dei vitalizi e delle vergogne. Salvini e la Lega allo stato attuale hanno dietro un pezzo enorme di Italia. Per questo non si vota. Non è vero quello che millantano, cioè Salvini l’isolato, l’estremista, il fanatico. Perché quando si tornerà a votare, sia Salvini, sia Meloni, sia chi sia, dopo la vittoria dovranno subito togliere le tasse suicide, ristabilire l’ordine pubblico, far ripartire l’economia, ridare dignità alla vita e soprattutto azzerare le disgrazie sinistre e i loro metodi.

Aggiornato il 04 febbraio 2020 alle ore 18:53