Vince una sinistra che non c’è

lunedì 27 gennaio 2020


In Emilia-Romagna ha vinto il centrosinistra, la “Sinistra”. Era già pronta l’utilizzazione truffaldina, facilitata dalle velleità personalistiche di Matteo Salvini che ha voluto giocarsi in Emilia una posta che non c’era, il coro di tutti quelli che pur di non doversi alternare con altri occupanti delle poltrone del Governo, sono disposti a raccontare al mondo che gli italiani domenica non hanno fatto che giuocarsi un “” o un “No al Governo Conte”.

Che fosse possibile una vittoria della Destra (cioè della Lega) in una regione in cui interessi, tradizioni, odi, simpatie personali, abitudini per un voto a Sinistra sono radicati dal tempo della Guerra fredda, eredità di un paio di generazioni, era, ne ero convinto, difficilmente pensabile.

Salvini non ha forse esaurito il suo patrimonio di capacità di captazione del consenso popolare. Certo non era quella la regione dove avrebbe potuto valersi fino in fondo della fama della precedente vittoria in tutte le altre regioni. Che Salvini abbia perso è indiscutibile. Che per batterlo siano rivenute fuori energie sopite oramai da anni in un astensionismo che proprio i toni salviniani hanno però scosso e disturbato, è pure certo.

Quello che è, ancor esso certo ma che non sentirete affermare da nessuno (o quasi), è che non ha vinto nessuno. Nessuno venga a dire che gli italiani (o, almeno, gli emiliano-romagnoli) hanno votato per il Governo Conte, anche se, non hanno inteso il prurito di una gran manata per cacciarlo via. La Sinistra radicata nelle regioni che ha prodotto in effetti tale risultato è però un muro fantasma. È finita non solo la Sinistra di Peppone.

È finita pure quella dell’antiberlusconismo. E, soprattutto, non c’è se non forse in qualche residuato malridotto, la Sinistra passata nei 5 Stelle. Che sono “asfaltati”.

Per vincere il Partito Democratico ha dovuto, di fatto, dare l’impressione di aver messo duramente da parte i 5 Stelle. Ma non lo ha potuto fare sul serio, altrimenti sarebbe saltato tutto e non solo questo Governo Conte.

Domani ricomincerà la rissa tra le componenti della maggioranza cosiddetta governativa. Ancor più feroce di prima. Perché i 5 Stelle sentono di essere stati messi, da parte, anzi, sotto i piedi del Pd (e non poteva non accadere) e faranno i salti mortali (mortali per il Paese) per dare l’impressione di non essere estinti.

Di più. Il Pd che ha vinto grazie alla tradizione della regione (in Calabria è stata un’altra cosa) ha messo in atto un poco pulito tentativo di scavalcamento dei 5 Stelle sul piano dell’antipolitica con l’organizzazione (chi ha pagato? Non è difficilissimo saperlo!) delle Sardine. Anziché l’antipolitica, il vuoto di ogni pensiero politico o no. Le Sardine, in fondo, rappresentano il nuovo di questa campagna elettorale. Il vuoto politico che entra in gioco. Più antipolitico del partito dell’antipolitica.

Un vuoto a rendere. Speriamo.


di Mauro Mellini