Ora i danni meno visibili

lunedì 13 gennaio 2020


La capacità dei Cinque Stelle di “portare iella”, tirando su questo nostro povero Paese i danni della natura e quelli prodotti da altri Governi, da eventi internazionali diversi, etc. etc. è stata già da me affermata, sottolineata e messa per iscritto. Hanno, insomma, la “patente” di pirandelliana memoria. Una “patente” che sembra certificare la loro capacità di attirare disgrazie e pericoli ancora maggiori di quelli da loro stessi prodotti, così da distrarre, da far preoccupare d’altro la pubblica opinione ogni volta che la crisi, la caduta del loro sciagurato Governo sembra imminente.

La crisi Usa-Iran e quella della guerra civile libica sono intervenute “come il cacio sui maccheroni” non appena ottenuto il voto sulla “manovra” con i necessari accordi con i loro cosiddetti alleati, e si stava scatenando tra loro la più grave e pericolosa delle risse, tale da far sembrare inevitabile la caduta del Governo.

Ma di fronte al rischio di una Terza guerra mondiale, di una guerra guerreggiata in terra, in cielo ed in mare sulla cosiddetta “Quarta sponda” con interventi russi, turchi, cinesi, e chi sa cos’altro, facile è stato andare in giro a raccontare che non è proprio questo il momento di andare a parlare di sciocchezzuole come le dimissioni del Governo Conte bis.

Crisi internazionale, venti di guerra quasi provvidenziali: così sono cessate subito le discussioni sulla necessità di mandare a casa al più presto questi cosiddetti governanti.

Non è un caso che, appena l’Iran ha intimato alle truppe straniere di stanza in Iraq di fare i bagagli ed andarsene, subito era partita l’espressione del “pensiero” (si fa per dire) pentastellato di cui “Il Fatto Quotidiano” di Travaglio è notoriamente l’organo pressoché ufficiale: “Ci chiedono di andarcene, accontentiamoli”. Una disponibilità alla nostra uscita completa dalla crisi internazionale che è durata solo qualche ora. Assai meno dello “spazio di un mattino”.

Di Maio, Conte, il Buffone etc. etc. devono essersi precipitati a tappare la bocca di questi infantili pacifisti che stavano mettendo a rischio il parafulmine, capaci quindi, di bruciar la poltrona ministeriale sotto gli opimi sederi stellati e cosiddetti democratici.

Accontentiamoli un cavolo! Facciamo invece finta di voler una risposta europea (che, magari, non verrà mai). Così nell’attesa si parlerà d’altro che della fine di questa sciagurata legislatura oltre che del Governo ancor più sciagurato. E subito è partito Luigi Di Maio a convocare mediazioni tra contendenti, che di lui se ne strafottono. Che cosa Di Maio si proponga non lo so. Cioè, lo so benissimo: si propone di restare al Governo, alla Farnesina. Ad indire mediazioni con una sola parte e a mettere in atto altre amenità.

Così si parla d’altro. D’altro che delle questioni di politica interna che da mesi hanno ronzato alle orecchie degli Italiani. Ché, poi, quel che un Di Maio sta combinando facendo proprio il Ministro degli Esteri non è che non sia pericoloso e, magari, catastrofico. Ma non si vede subito. Non si vede e non si capisce prima delle elezioni regionali. Poi basterà farfugliare la solita chiacchierata. Danni, dunque, oggi come ieri. Ma quelli di oggi non si vedono. Almeno per un bel po’ di tempo. E poi? Chi se ne frega! Babbei che sperate in altro.

                                                     


di Mauro Mellini