Mes, la tecnica sul finto rinvio

Roberto Gualtieri è convinto di avere bloccato il negoziato sul Mes per qualche tempo. “Abbiamo impedito di concludere finché tutti i punti che ritenevamo essenziali fossero stati definiti”, ha detto il ministro dell’Economia. In particolare sulle clausole di azione collettiva “ho detto con chiarezza che non avrei acconsentito di chiudere finché non si sarebbero esplicitate le condizioni” che poneva l’Italia, e “c’è stato un negoziato intenso”.

Sulla firma vera e propria del nuovo trattato si registrato un rinvio al primo trimestre del 2020, in particolare per via delle difficoltà a chiudere le traduzioni in 24 lingue e dei lunghi iter nazionali (l’Austria e la Francia in particolare hanno bisogno di rispettare tempistiche e procedure particolari).

Come scrive Il Sole 24 ore di oggi, “l’Italia è riuscita a fare in modo che nella lettera si citi indirettamente la possibilità – sempre prevista dagli accordi tecnici, mai negoziata ieri – di avere discrezionalità al momento dell’eventuale ristrutturazione. Si tratterebbe del potere di ciascun governo di adattare l’operazione allo specifico mercato obbligazionario”.

Eppure, Gualtieri è “fiducioso che su questa base sia possibile raggiungere un consenso nella maggioranza perché complessivamente è una situazione migliore di quella di partenza”. Il ministro ha definito “demagogia priva di fondamento la campagna di Salvini e della destra”.

Secondo Gualtieri “è stata una giornata lunga ma positiva, è stato definito un accordo di principio che dovrà essere finalizzato in linea con le procedure nazionali quindi non è finalizzato stasera”. Tre gli obiettivi raggiunti: “la possibilità di una subaggregazione dei titoli” le ipotesi di “condizionalità sul backstop e l’eliminazione dalla roadmap a riferimenti al trattamento prudenziale dei titoli sovrani”.

La sottosegretaria grillina agli Affari europei Laura Agea ha dichiarato che “il ministro Gualtieri ha tenuto fede all’accordo, non ha dato luce verde al Mes. Ora risoluzione di maggioranza in Parlamento, noi non firmiamo finché non conosceremo le altre riforme nel dettaglio. Ci vorranno mesi per capire se il pacchetto va a favore dell’Italia”.

D’altro canto, Matteo Salvini ha attaccato Gualtieri ai microfoni di Sky Tg24. “Ma sono pericolosi sovversivi anche i banchieri? Noi sabato e domenica saremo in piazza prima di tutto per spiegare e poi per chiedere agli italiani di darci il mandato per andare in Parlamento a dire Fermi tutti. Rinvio? Ricordo che il 2020 inizia a gennaio e finisce a dicembre, chissà magari entra in vigore dopo le elezioni in Emilia Romagna. Cambiamenti? Cambieranno qualche avverbio, qualche aggettivo al massimo”.

Aggiornato il 05 dicembre 2019 alle ore 16:13