Prescrizione, Di Maio minaccia il Pd

mercoledì 4 dicembre 2019


Pentastellati e democratici vanno allo scontro sulla prescrizione. Luigi Di Maio è convinto che “la riforma dal primo gennaio diventa legge. Su questo non discutiamo. Se il Pd poi vuol votare una legge con Salvini e Berlusconi per far tornare la prescrizione com’era ideata da Berlusconi sarà un Nazareno 2.0, ma non credo avverrà”.

Sono queste le parole di fuoco pronunciate dal leader grillino al Gr1, su Radio Rai. “Non ho mai parlato di crisi di governo – prosegue Di Maio – semplicemente chiediamo un rinvio per migliorare questo meccanismo”. Quanto al Mes, “la cosa incredibile è che noi assistiamo a una Lega che attacca su questo fondo quando tutto questo è patito dal governo Berlusconi-Lega, alla faccia dei sovranisti. Per me quello che dicono da quella parte non ha alcuna credibilità. La tenuta del governo? Andiamo avanti, abbiamo ancora tante cose da fare per gli italiani”.

Matteo Renzi, intervistato dal Messaggero, sostiene che volere “una giustizia senza fine significa proclamare la fine della giustizia. E non abbiamo cambiato idea. Ora ci sono due alternative: la prima è che la nuova maggioranza trovi una soluzione. E sarebbe meglio. Se non accadrà noi non ci inchineremo al populismo giudiziario imperante. E dunque, se non ci sarà accordo, voteremo il ddl di Enrico Costa, persona saggia e già viceministro alla giustizia del mio governo. Bonafede può cambiare la sua legge, se vuole, ma non può pretendere di cambiare le nostre idee”.

Anche il capogruppo dem alla Commissione Affari Costituzionali Stefano Ceccanti interviene sulla prescrizione. “Se la Lega è stata disponibile a votare una norma manifestamente incostituzionale – scrive su Facebook – è un conto, ma non si può pensare che il Pd, che allora si oppose con forza, non metta in campo tutte le iniziative possibili per abbatterla quanto prima. Il ministro Bonafede è rimasto al suo posto, ma qualcuno lo avvisi che la maggioranza è cambiata. Il fatto che la norma manifestamente incostituzionale possa essere operativa dall’1° gennaio non è un argomento per tenerla lì: l’accettazione della politica dei fatti compiuti apparteneva a Chamberlain e Daladier”.

Nicola Zingaretti usa toni felpati. “Questo governo e questa maggioranza – afferma il segretario del Pd – si sono costituiti per costruire speranze e non polemiche. Scommettiamo molto di più su questa manovra economica che inizia ad affrontare i problemi e restringiamo lo spazio delle polemiche che non serve a niente”.


di Michele Perseni