Rousseau, i militanti del M5s vogliono le elezioni: sconfessato Di Maio

Sulla piattaforma Rousseau vince il No, con il 70,6 per cento. In pratica, i militanti grillini vogliono che il Movimento concorra alle Regionali. Luigi Di Maio è di fatto azzoppato. Gli iscritti hanno bocciato la proposta del leader di prendersi una “pausa elettorale” in vista delle elezioni regionali dei 26 gennaio in Emilia-Romagna e Calabria.

 “La scelta del M5s – sostiene il ministro degli Esteri – non avrà ripercussioni sul governo”. Eppure, per la prima volta nella storia del Movimento 5 stelle la base ha sconfessato una decisione dei vertici. La piattaforma Rousseau ha bocciato la proposta di Luigi Di Maio di prendersi una “pausa elettorale” in vista delle elezioni regionali dei 26 gennaio in Emilia-Romagna e Calabria.

Gli attivisti vogliono esserci e vogliono contarsi, anche se, dopo la batosta umbra, i sondaggi non mostrano un grande stato di salute per i grillini. Secondo Matteo Salvini, “i militanti 5 stelle hanno sfiduciato Di Maio e Grillo, e con loro il governo contro natura col Pd. Le porte della Lega sono aperte a chi vuole davvero il cambiamento”.

Di Maio ha replicato indirettamente al segretario leghista. “Gli iscritti – ha detto – ci hanno dato un mandato chiaro e fortissimo: dobbiamo partecipare alle elezioni regionali con tutte le nostre forze ed è quello che faremo. Ora c’è una cosa sola da fare: mettersi a pancia a terra e dare il massimo per queste due regioni”.

Un fatto è certo: la bocciatura del capo grillino è arrivata sotto il fuoco incrociato della feroce opposizione dei territori, ma anche della fronda interna, della quale fanno parte anche gli ex ministri Danilo Toninelli e Barbara Lezzi. Il simbolo lanciato da Beppe Grillo sarà quindi, contro il volere del suo capo politico, sulle schede elettorali delle regionali a gennaio. Ma ci sarà in una situazione delicatissima.

In Emilia-Romagna il gruppo regionale aveva invitato a votare per il ‘no’ alla pausa elettorale. La consigliera regionale Silvia Piccinini ha parlato di “una presa in giro inaccettabile” e la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni si è messa a capo della protesta, ritenendo la decisione uno sbaglio: “la gente non prenderà questa ‘pausa’ per un momento di riorganizzazione, ma per una deposizione delle armi a favore di un governo vacillante. Io dico che si deve combattere e non dimostrare debolezza o cedere ai ricatti per paura”.

Aggiornato il 22 novembre 2019 alle ore 13:54