Mes, Di Maio sconfessa Conte e spacca il M5s

Luigi Di Maio dice no alla riforma del Mes, Meccanismo europeo di stabilità. Il cosiddetto Fondo salva-Stati.

“Questo testo così com’è non si può firmare. La negoziazione italiana del fondo non è accettabile per l’Italia”. Di fatto, è una sconfessione dell’operato di Giuseppe Conte. Peraltro, Di Maio è anche ministro degli Affari Esteri e dovrà formalmente proporre al Parlamento le modifiche di quel testo. La posizione del leader grillino spacca il Movimento Cinque Stelle. Da una parte figurano i fedelissimi del capo politico, dall’altra i malpancisti che vedrebbero bene Conte alla guida dei pentastellati.

Carla Ruocco, presidente della Commissione Finanze alla Camera, si schiera con il premier e con il titolare del dicastero dell’Economia. “Do piena fiducia al presidente Giuseppe Conte e al ministro Roberto Gualtieri – sostiene – nel tutelare gli interessi del sistema–Italia e garantire la resilienza dell’eurozona, intervenendo nell’ambito di tutte le istituzioni competenti. No alle strumentalizzazioni che mirano, per interessi di basso cabotaggio, più che a tutelare il Paese di fronte ad un tema così sensibile, solo a creare contrapposizioni all’interno del Governo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene. Questo non fa bene all’Italia e al progetto di Paese che stiamo realizzando con serietà e costanza, giorno dopo giorno”.

“Se la riforma del Mes venisse bloccata, salterebbe la rete di sostegno alle banche che questa contiene”. È questo l’avvertimento del commissario uscente agli Affari economici, Pierre Moscovici, intervistato dal Corriere della Sera. “Quella riforma – spiega – è parte di un pacchetto di misure per rafforzare l’unione monetaria in caso di choc. A giugno ci fu un accordo per consolidare l’unione bancaria con il cosiddetto backstop, la rete di sicurezza del fondo di risoluzione delle banche. Serve se un Paese non riesce a far fronte da solo a una crisi dei suoi istituti, e fa parte del Mes”. Ricorda che “nel negoziato alcuni volevano condizionare l’aiuto del Mes alla ristrutturazione del debito pubblico. Questo è stato evitato grazie alla resistenza della Commissione e di numerosi Paesi, fra cui l’Italia”. A proposito del sì alla manovra, osserva: “Non facciamo favori all’Italia, né ne abbiamo fatti nei miei cinque anni”, “abbiamo applicato a tutti i governi la flessibilità prevista dalle regole. Ma se si paragona la bozza di Bilancio di quest’anno con quella di un anno fa, c’è qualcosa che cambia”, “la differenza di metodo e di approccio è evidente”. Questo non significa che va tutto bene: “C’è un rischio di non ottemperanza e invitiamo le autorità italiane a prendere le misure necessarie a evitarlo”. Il problema di fondo resta l’alto debito pubblico e “la sua riduzione dovrà essere la priorità dell’Italia”. “Gli euro consacrati a pagare gli interessi sul debito – sottolinea – sono euro tolti al welfare, alle infrastrutture, alla giustizia. La spesa per il debito è la più stupida”.

Secondo Matteo Salvini, “Moscovici dice che il Mes salverebbe le banche? Sì, quelle francesi e tedesche”. Secondo il leader leghista, “il Mes metterebbe in crisi le nostre banche e farebbe pagare a noi la crisi delle banche tedesche e francesi. Non per niente il presidente dell’Abi e il governatore di Bankitalia sono preoccupati, hanno capito che col Mes rischiamo un bis del disastro del bail in. Questo attacco alla democrazia e al risparmio italiani non deve passare e, come sempre ha fatto, la Lega si opporrà, in ogni sede ed in ogni maniera. Conte e il Governo di sinistra da che parte stanno?”.

Aggiornato il 21 novembre 2019 alle ore 13:08