Bergoglio è pure antipopulista

Avevo sbagliato. Il giudizio sulla tiepidezza un po’ svogliata della condanna del Papa dell’antisemitismo, se tale è l’affermazione che gli Ebrei non devono essere perseguitati, è ingiusta oltre che avventata. Scusi, Santità.

Debbo dire ciò, e non mi dispiace affatto doverlo fare, perché a distanza di pochi giorni da quella dichiarazione che mi era apparsa quanto meno del tutto inadeguata, Papa Francesco ha fatto sull’antisemitismo dichiarazioni diverse, inequivoche e allarmate assai giudiziose e condivisibili. Ha parlato di sintomi dei prodromi della persecuzione che richiamano quelli della Germania attorno al 1930, condannando la cultura dell’odio che qua e là emerge nel nostro mondo. Non credo proprio che così il Papa abbia voluto correggere la brutta impressione di quella dichiarazione che sapeva di reticenza e di una certa malavoglia. C’è piuttosto da meditare sulla frequenza della deformazione che, caricando o attenuando i toni di quanto dichiarato da persone importanti, magari un po’ troppo frequentemente portate al commento dei fatti correnti.

Piuttosto c’è da compiacerci, francamente non senza una certa sorpresa, delle dichiarazioni di Bergoglio sul populismo e sul “sentimento di antipolitica” “di cui beneficiano, ha detto, coloro che aspirano ad un potere autoritario”. Un’affermazione che può apparire una di quelle ammissioni di colpa e di errori della Chiesa che i predecessori di Francesco ci avevano fornito ed alle quali Francesco ci ha disabituato.

Del resto questa e alcune dichiarazioni della scorsa estate sembrano tagliate su situazioni ed avvenimenti della nostra Repubblica, l’attenzione per le quali, una volta addirittura assillante per i Pontefici, sembrava essere svanita per una assai più ambiziosa concezione del ruolo politico, oltre che spirituale della Chiesa che Bergoglio sembra impersonare.

Intanto giungono dal Vaticano voci di gravi dissensi anche negli alti piani della gerarchia e c’è chi assicura che l’epoca del disinteresse che negli ultimi tempi il Vaticano aveva mostrato per le cose della Repubblica Italiana, sarebbe per essere superata. Non credo che ce se ne possa compiacere. Non ho voglia né bisogno di spiegare perché. Chi vuole intendere non ha bisogno del mio parere. Chi vivrà vedrà.

Aggiornato il 19 novembre 2019 alle ore 10:54