Giorgetti lancia tavolo su riforme, Salvini lo gela

Un Giancarlo Giorgetti “unofficial” coglie tutti di sorpresa sulle riforme: il numero due della Lega ha infatti lanciato la proposta di un tavolo bipartisan sulle riforme, il che implica la legittimazione indiretta del Governo Conte bis, e la convinzione che esso durerà, diversamente da quello che dice Matteo Salvini.

La maggioranza risponde con cautela, con Partito Democratico e Italia Viva più disposti a aprire il confronto nell’ottica di una legislatura di maggior respiro e lunghezza. Elemento questo che fa storcere il naso a Fratelli d’Italia. Ma è soprattutto Salvini nella serata di ieri a rispondere gelido al suo sottosegretario: “Sono impegnato in temi molto più concreti”, replica secco da un incontro a Capriano Briosco (Monza Brianza). Per Salvini infatti, la proposta di Giorgetti “può essere interessante in prospettiva, però - sottolinea - incontrando gli italiani, dalla Calabria all’Emilia-Romagna, mi chiedono meno tasse e meno burocrazia oggi”.

Parole che di fatto chiudono la porta ad una collaborazione bipartisan ancora prima che sia aperta “Sediamoci a un tavolo per cambiare 3-4 regole del gioco”, aveva proposto Giorgetti ben sapendo che il segretario della Lega non sarebbe stato d’accordo. Aprire un tavolo per le riforme, infatti, per Giorgetti, “era l’unica cosa che bisognava fare il 20 di agosto. Interesse dell’Italia è che questo Governo non vada avanti così, ci si mette d’accordo per cambiare le 4-5 cose necessarie, magari anche la legge elettorale per dare la possibilità a chi governa di decidere”. E poi non ha nascosto neanche la sua preoccupazione sulla legge elettorale: “Se si torna al sistema proporzionale, questo Paese è spacciato, indipendentemente da chi va al governo. Lo dico non autorizzato da Salvini”. Ma anche la maggioranza subito si divide: con Salvini “la vedo dura se non impossibile”, osserva a caldo Anna Macina, capogruppo di M5s in Commissione Affari costituzionali della Camera. Tra l’altro quella di Giorgetti è una linea difforme anche dal referendum di Calderoli, atto ostile verso la maggioranza, come sottolinea Dario Parrini del Pd. Se dunque la proposta di Giorgetti è un allontanamento dalla linea Salvini-Calderoli, il dialogo è benvenuto, hanno detto Parrini e i capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio. Solo Italia Viva appoggia l’apertura con chiarezza con Marco Di Maio e Matteo Renzi in persona: “Noi ci siamo” ha infatti detto l’ex premier. M5s guarda con maggior sospetto: “Sarò felice di ascoltare le proposte di Giorgetti - ha detto il ministro per le riforme Federico D’Incà - ma quello di cui ha bisogno il Paese oggi è la stabilità attraverso questo Governo che saprà, con le sue riforme, far scendere lo spread sotto quota 100, facendo risparmiare miliardi di euro all’Italia, che potranno essere investiti in politiche sociali a favore dei cittadini”.

E Giuseppe Brescia, presidente della Commissione affari costituzionali, ricordando la linea Salvini-Calderoli si è augurato che le parole di Giorgetti “Non siano l’ennesima presa in giro”. In ogni caso dialogo sì ma “partendo però da proposte chiare e univoche della maggioranza”. Nel centrodestra Fdi, con Francesco Lollobrigida ammonisce che il tavolo non sia una “scusa” per rinviare le urne. Mentre in una Forza Italia assai cauta è Osvaldo Napoli ha plaudire “il buon senso e lo sguardo lungo” di Giorgetti, che ha spiazzato i suoi colleghi della Lega.

Aggiornato il 12 novembre 2019 alle ore 11:24