Cronaca di un fallimento annunciato

Questo è quanto succede quando si abbandona la logica del buon senso, quella vera del buon padre di famiglia, e si finisce per opportunismi politici col sfidare il futuro del Paese e del bene collettivo.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo e i fatti purtroppo confermano la nostra tesi: a marzo del 2018 non aver dato al centrodestra la possibilità di tentare in Parlamento la ricerca di una maggioranza (che ci sarebbe stata) è stato un grande sbaglio. Come grande, e l’abbiamo detto, fu l’errore di Matteo Salvini ad accettare l’alleanza con i grillini, tanto è vero che il risultato del combinato nel doppio errore, quello del 2018 e quello peggiore di aver impedito il voto dopo agosto, è il fallimento disastroso che vediamo. Qui non si tratta solo del caso Ilva – che speriamo trovi soluzione col ripristino del mini scudo che solo l’idiozia politica grillina poteva togliere, anche perché se così non fosse il danno economico e sociale della chiusura delle acciaierie sarebbe immenso – si tratta di tutto. Aver affidato il Governo ad un gruppo di incapaci, esaltati e vagheggianti come i grillini è stato un azzardo inspiegabile che peserà sul futuro dell’Italia per molto tempo; un guaio enorme che costerà un’enormità per rimettere in sesto l’assetto del Paese.

Sia chiaro, la Lega in questo ha le sue grosse responsabilità, inutile girarci intorno, perché varare coi grillini provvedimenti demenziali come il reddito di cittadinanza, quota 100, decreto dignità e prescrizione, non giustifica il successo parziale sull’immigrazione e la flat tax fino a 65mila euro. Infatti, se Salvini nel 2018 avesse tenuto duro e si fosse tornati a votare o trovato un sostegno per una maggioranza di centrodestra, non solo la flat tax affiancata ad una grande riforma fiscale si sarebbe fatta ugualmente, ma la “Fornero” avrebbe subito una modifica più organica e funzionale al Paese. Insomma, il programma di allora del centrodestra che vale ancora oggi, tutto avrebbe consentito fuorché la follia del reddito, del decreto dignità, della diminuzione dei parlamentari senza il sostegno di una nuova legge elettorale e una diversa forma di governo, lo spionaggio e il terrorismo fiscale.

Ecco perché ripartiamo dal punto di frattura del buon senso e del bene del Paese: il 2018; del resto già fino ad allora i grillini a Livorno a Torino per non parlare del disastro di Roma, avevano dimostrato l’assoluta incapacità e pericolosità sugli indirizzi politici e di governo. Sarebbe bastato prenderne atto per evitare di dargli in mano il futuro dell’Italia e ci saremmo ritrovati a parlare d’altro rispetto al dramma dell’Ilva, del reddito che è un flop disastroso, delle infrastrutture bloccate ovunque, del pericolo della prescrizione, del Mezzogiorno alla deriva. Ma se ciò non fosse sufficiente avere insistito ad agosto, consentendo che all’incapacità grillina si unisse l’arroganza di Matteo Renzi e l’ossessione delle tasse, dei controlli, dell’ipocrisia buonista, statalista e spendacciona, dell’opportunismo di potere del Pd, è stato diabolico. Altro che bene dell’Italia, con questa gente stiamo alla rovina, tranne che lo schiavismo fiscale, giudiziale, burocratico e sociale, c’è solo l’attacco a chi produce lavoro e ricchezza, il massacro della vita quotidiana, la paura di una nuova ondata d’immigrati, della crisi e dei negozi chiusi. Non c’è un’idea di politica industriale che si fondi sulle Pmi, un piano per una rivoluzione infrastrutturale che è più urgente del 5g a favore della Cina, un programma per i giovani che non può più essere il posto fisso ma l’intrapresa, una linea per la natalità e l’energia alternativa.

L’Italia è vecchia, malandata, con un welfare depredato dal clientelismo cattocomunista, il sud sfigurato dalle pale, cresciuto all’assistenza e non allo sviluppo del turismo, dell’arte, impoverita dalla vendita delle poche grandi aziende, dalla fuga dei capitali, dalle delocalizzazioni, dal fisco esoso. Da noi lo Stato costa troppo e non funziona, le tasse aguzzine tolgono la voglia, il lavoro e servono a pagare la nullafacenza, mentre la burocrazia è arrogante e non serve a niente.

Questo Governo della bugia anziché avviare una rivoluzione epocale del fallimento statuale, ci tassa, impaurisce e minaccia le manette, toglie libertà, mette complicazioni; cacciamolo via perché è la solita politica comunista da imbroglioni.

Aggiornato il 05 novembre 2019 alle ore 10:46