Facce toste

Se sul Governo gialloverde si stigmatizzava sulla doppia presenza di maggioranza e opposizione, con il Conte bis siamo peggio perché litigano con l’aggiunta di una faccia tosta da travaso di rabbia.

Con quale improntitudine, infatti, si possa insistere nel prendere in giro gli italiani sulla Finanziaria non è dato di sapere, a meno, appunto, di una faccia di bronzo senza pari, perché continuare a parlare di manovra espansiva senza aumento di tasse è vergognoso. Non solo, come bollinato dagli uffici parlamentari, in ragione d’anno le tasse aumenteranno di 4 miliardi, ma crescerà di 17 il deficit e le clausole dell’Iva trasferite al prossimo saliranno ancora. Come se non bastasse si avvierà un processo di persecuzione fiscale degno del peggiore soviet, con l’inserimento in sede civile e penale di norme che il kgb arrossirebbe, alla faccia del pericolo democratico del centrodestra a guida Lega.

Come si possa infatti dire che il centrodestra guidato da Matteo Salvini rappresenti un rischio per le garanzie e per la democrazia, quando ci si appresta ad avviare una legge di stabilità che delle libertà individuali, economiche e sociali fa strame, è pura ipocrisia. Qui non si tratta solo delle tasse, perché per sterilizzare l’Iva ci toglieranno la pelle, ma una campagna assolutista dello stato per controllarci, obbligarci al pensiero stabilito, limitarci in tutto; insomma, come diceva Mao, colpirne uno per educarne cento. Ecco perché parliamo di soviet; siamo alla tortura cinese 4.0, corretta all’uso del governo più di sinistra della storia, che vuole costringere i cittadini ad uno stile di vita confezionato alla spremitura fiscale, alla scelta personale, alla strada da seguire, altrimenti galera e patimenti. Esattamente il contrario del famoso “way of life” degli anni ’50 e ’60, che rese l’Italia regina del mondo per crescita economica, occupazionale, per sviluppo, stabilità monetaria, allegria e fiducia nel futuro, la dolce vita e il miracolo italiano del titolo sul Financial Times. Allora infatti i gradi di libertà individuale, economica, erano molto maggiori di oggi, così come mille in meno erano i vincoli e le imposizioni; c’era più autonomia d’impresa, più facilità di credito, lo Stato era più piccolo e vicino, col fisco si ragionava, eravamo liberi di scegliere come fare. In quegli anni siamo cresciuti più di tutti, secondi solo al Giappone, la lira vinse il Nobel delle monete, a Roma via Veneto era un’attrazione planetaria, tutto il mondo ci ammirava, la gente girava allegra e più sicura per le strade, lavorava fiduciosa. guardava oltre e ci credeva. Del resto l’economia per crescere deve essere libera, sorvegliata per lo stretto necessario, lo sviluppo e l’occupazione si creano con l’intrapresa stimolata dal fisco, le persone sono spinte a consumare se tranquille e libere di fare, se sanno che sullo stato ci si può contare.

Esattamente l’opposto di ciò che sta succedendo oggi, perché il governo della bugia messo in piedi per impedire il voto, sta per deliberare una Finanziaria del terrore dove la minaccia, i divieti e le obbligazioni, i limiti e le complicazioni, sono il filo conduttore del cittadino costretto al “Sissignore”. Questa maggioranza dell’ipocrisia ci sta portando a un vulnus di democrazia, sulla giustizia con la prescrizione, sulle tasse con le manette a gogo, sul trasferimento del voto dalle cabine al computer, sulla tracciabilità di ogni pensiero, perfino sul dissenso, possibile, purché sia a modo loro. La sinistra di governo vuole sostituire il suo buon senso al nostro e lo vuole fare con le tasse, le minacce, i divieti più inauditi, i controlli spregiudicati, la famosa superiorità morale e culturale comunista, alla faccia della scusa salutista, ambientalista e buonista sull’immigrazione.

Al nostro Paese serve il contrario, serve una liberazione dal soffocamento fiscale, statale, burocratico, serve il taglio dei lacciuoli, il taglio degli enti locali, la chiusura delle partecipate mangiasoldi, servono controlli minori ma più chiari e più sicuri, serve quella libertà che la sinistra toglie e mai ci dà.

Aggiornato il 04 novembre 2019 alle ore 10:58