Editoria, Martella: “Riforma per sostegno al settore”

Per la stampa è iniziata una fase nuova. Almeno, stando alle premesse. Infatti, dopo l’uscita di scena di Vito Crimi, “promosso” viceministro dell’Interno nel governo giallorosso, il dem Andrea Martella, nuovo sottosegretario all’Editoria, promette una “riforma per sostegno al settore”.

Martella è convinto che l’informazione sia “un bene collettivo primario indispensabile per il funzionamento delle istituzioni democratiche e nell’informazione si saldano due principi fondanti del nostro sistema costituzionale: la libertà di pensiero e il pluralismo delle fonti”. Nelle dichiarazioni programmatiche in Commissione Cultura alla Camera l’esponente dem ha confermato l’intenzione di garantire un sostegno adeguato al settore. “Occorre – afferma – una nuova legge di sistema, definibile Editoria 5.0 per dare stabilità e certezza alla contribuzione diretta”.

I numeri richiamati da Martella per inquadrare la crisi sono eloquenti: dal 2007 ad oggi si è passati da 5,5 milioni di copie giornaliere di quotidiani vendute in Italia a circa 2 milioni. In poco più di dieci anni sono andate perdute quasi due copie su tre, con una tendenza che non mostra segni di inversione. Anche le copie digitali, che pure erano considerate in crescita, sono in affanno: nel 2018 c’è stata una flessione del 3,4 per cento rispetto all’anno precedente, confermando un’incidenza del digitale ancora minima sui fatturati delle imprese.

Sul fronte dei ricavi pubblicitari, nell’ultimo decennio il fatturato si è ridotto del 71,3 per cento complessivo, ad un ritmo maggiore del 10 per cento l’anno.  “La stratificazione delle norme nel tempo – ha sottolineato Martella – ha creato una condizione di instabilità e incertezza sulle risorse disponibili che ha condizionato la stessa efficacia dell’intervento pubblico. Il sistema è affetto da un’incoerenza interna e l’esigenza di un riordino è non più evitabile. Ecco perché è stato proposto con la legge di bilancio 2020 il differimento di un anno del taglio dei contributi diretti all’editoria, previsti dal precedente governo, in modo da ridisegnare in tempi ragionevoli il nuovo sistema di sostegno”. 

Martella ha ribadito che “l’altro fronte di investimento è costituito dai giovani, che devono essere posti al centro delle politiche di sostegno all’editoria e alla domanda di informazione di qualità, anche attraverso campagne di promozione della lettura e incentivi al consumo di prodotti editoriali”.

Secondo il sottosegretario, “vanno in questo senso le agevolazioni per l’acquisto di abbonamenti a giornali e periodici e quelli destinati alle scuole e ai singoli, proposti con la legge di Bilancio 2020. Focus anche sull’occupazione del settore: dalla lotta al precariato alla riattivazione della Commissione per l’equo compenso che sarà presto convocata. Il ricorso ai prepensionamenti dovrà garantire un effettivo turnover, con almeno un’assunzione ogni due uscite”.

Martella ha detto che le “nuove risorse saranno ricavate dalla Digital tax, dopo la decisione di destinare una quota del 5 per cento del gettito al fondo per il pluralismo e l’innovazione. L’obiettivo del governo è anche un rapido recepimento della direttiva Ue sul copyright, per affermare il principio di adeguata e proporzionata remunerazione dei contenuti editoriali da parte dei giganti del Web”.

Martella ha posto l’accento sulla necessità di salvaguardare l’informazione locale e di difendere il sistema delle edicole, ampliando la loro offerta ad esempio ai servizi anagrafici. Centrale il ruolo delle agenzie di stampa, che forniscono un servizio essenziale per la democrazia. “Il principio da seguire – ha detto il sottosegretario – è che l’informazione primaria non può essere considerata alla stregua di qualunque altro bene.  I contratti in essere in scadenza a marzo 2020 potranno essere prorogati fino a settembre 2020”.

Aggiornato il 30 ottobre 2019 alle ore 13:35