L’ambasciatore Giulio Terzi e le relazioni pericolose dell’Iran

Venezia è stata al centro di un importante approfondimento di studio e analisi geopolitica, offerta dagli editori Mazzanti e dalla rivista di affari internazionali “Atlantis” ad un selezionato pubblico su invito.

L’evento si è svolto presso il prestigioso Ufficio Italiano del Consiglio d’Europa di Venezia. In assenza della Direttrice Luisella Pavan Woolfe, impegnata nella riunione della “Commissione di Venezia” alla Scuola Grande di San Giovanni e Paolo, il direttore e il condirettore Carlo Mazzanti e Andrea Mazzanti hanno ospitato l’Ambasciatore, già ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata e il dottor Rodolfo Giannursini, intervenuti per parlare dei rischi commerciali, economici e la continua violazione dei diritti umani in Iran.

Quello emerso è un quadro molto preciso e scoraggiante: l’Iran non è l’eldorado promesso alle imprese italiane dalla propaganda governativa e le banche italiane che hanno provato ad aggirare i divieti internazionali sono state pesantemente sanzionate (Banca Intesa San Paolo con oltre 230 milioni di dollari nel 2016 e Unicredit con più di un miliardo). L’Ambasciatore Terzi ha ricordato, sulla scia delle storiche battaglie del Partito Radicale e di Marco Pannella, la continua violazione dei diritti civili ed umani costantemente calpestati dal regime autocratico islamico.

L’economia iraniana è calata del 3,9% nel 2018, secondo il Fondo Monetario Internazionale, che per fine 2019 prevede una riduzione del 6 per cento. Rispetto al clima ottimistico del 2016, e alle promesse degli ultimi governi, nell’attuale scenario è emerso un diffuso senso di inquietudine, una instabilità crescente e un aumento del “business risk”. Le preoccupazioni maggiori sono state riconosciute nelle difficoltà di attuare una efficace politica economica che salvaguardi le aziende europee ed italiane dalle sanzioni USA nel caso di relazioni con entità iscritte nelle “blacklist” redatte dal Dipartimento del Tesoro americano, oltreché di tenere nel giusto conto le più recenti segnalazioni del Financial Action Task Force/Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale, un organismo internazionale impegnato nell’elaborazione e lo sviluppo di strategie di lotta al riciclaggio dei capitali, di prevenzione del finanziamento al terrorismo e al contrasto del finanziamento della proliferazione di armi di distruzione di massa.

Dalle analisi e dalle inchieste del gruppo di azione finanziaria, l’Iran risulta al centro di un meccanismo di finanziamenti al terrorismo internazionale, praticato per generare instabilità nella regione mediorientale e per intensificare azioni di forza sia contro le monarchie saudite che contro lo stato di Israele. Non va dimenticato che esistono rilevanti rischi legali, politici, finanziari e di reputazione nell’entrare in relazioni d’affari con Teheran, in particolare nei settori dell’economia iraniana che sono ancora dominati dal Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica, entità che resta sottoposta a misure sanzionatorie poiché riconosciuta come organizzazione terroristica. L’Ambasciatore Terzi ha ribadito l’importanza dell’informazione e della conoscenza anche nei rapporti commerciali con Paesi altamente instabili come la Repubblica islamica dell’Iran.

Aggiornato il 14 ottobre 2019 alle ore 14:01