Salvini fissa le date “dell’orgoglio”

Il piano di battaglia è già pronto. Matteo Salvini non vuole stare nell’angolo e chiama a raccolta i militanti. La road map è fissata. Il 14-15 settembre l’appuntamento è a Pontida. Poi, il 21 e 22 settembre, i gazebo. Infine, il 19 ottobre, la mobilitazione nazionale. Il leader leghista, in una diretta Facebook, comunica le date della “riscossa”.

“Segnatevelo – sostiene – sarà la giornata dell’orgoglio”. Poi, attacca Sergio Mattarella e Giuseppe Conte. Accusa il premier incaricato di essere “l’avvocato dei poteri forti”. Per Salvini, “Conte è il primo iscritto al Partito democratico. Ora ci si trova ad avere il presidente della Repubblica che arriva dal Partito democratico, il presidente del Consiglio che ha ammesso di aver votato Partito democratico e magari avranno anche il vicepresidente. Si legge Conte, si scrive Monti”.

Per il capo del Carroccio, “siamo ancora in tempo per andare a votare, La sovranità appartiene al popolo”. In una sorta di cortocircuito politico-mediatico, si appella al voto degli iscritti grillini alla piattaforma Rousseau, affinché neghino il via libera al Conte bis. “Vediamo – sostiene – se il M5s chiederà ai suoi militanti dell’inciucio col Pd”.

Ieri, Salvini ha salutato il personale del Viminale e i più stretti collaboratori dell’ufficio di gabinetto. Il ministro dell’Interno uscente ha ringraziato tutti, per “la collaborazione e l’alta professionalità dimostrata in questi 14 mesi di lavoro che hanno prodotto grandi risultati, a differenza di altri dicasteri dove gli esponenti della Lega continuavano a dirmi che tutto era ormai fermo”. Per Salvini quello di ieri “non è stato un addio. Perché prima o poi potremo votare”.

Aggiornato il 30 agosto 2019 alle ore 15:52