La disinformazione, madre dell’ignoranza politica

Diceva il saggio “che il sonno della ragione genera mostri”. Questi mostri si creano mediante il linguaggio e mediante le informazione volutamente il più delle volte incomplete. Non c’è niente di più stupido ed ignorante che identificare un popolo o una nazione con epiteto del tipo: i francesi ci odiano, i tedeschi vogliono comandarci, o tutti mangiano crauti, gli italiani son tutti pizza e mandolino, ma potremmo continuare con ebrei, genovesi, marchigiani e scozzesi son tutti tirchi o avari. Tutte amenità che però se non contrastate vengono sdoganate nel senso comune come realtà come verità.

Nel nostro Paese stiamo vivendo una regressione culturale o del pensiero che ha come perno la distruzione della politica e dei suoi valori che sono un aspetto necessario per la sussistenza della democrazia. Dopo 70 anni di pace in Europa, con la fine del comunismo, invece di valorizzare l’unità dell’Europa come condizione che ci ha permesso di vincere questa battaglia e dunque continuare su questa strada, si è passati, probabilmente per interessi della finanza internazionale, a cercare il nemico dentro l’Europa.

In Italia questo processo è iniziato con la seconda Repubblica in cui governi di inetti ed incapaci davano la colpa all’Europa delle loro incompetenze. Quante volte abbiamo ascoltato i leader di turno c’è lo chiede l’Europa, siamo obbligati dall’Europa etc. tutte baggianate perché i nostri governanti hanno firmato ed autorizzato quelle scelte, se non erano consapevoli di ciò che firmavano è ancora peggio. Ma questo atteggiamento ipocrita e vile della pseudo classe politica ha permesso il nascere e prosperare un altro pensiero politico regressivo, perché non veritiero, che è il sovranismo. Anche perché non è chiaro a nessuno cosa si intende per sovranismo: usciamo dall’Euro? Usciamo dall’Europa? Quelli che ieri lo sostenevano per prendere voti oggi lo negano, perché le conseguenze sarebbero disastrose, e oggi dopo aver preso in giro il popolo dicono che dobbiamo cambiare l’Europa, giusto, ma non dicono come, perché il vero problema è la loro inadeguatezza alla politica.

Altro slogan che ha catalizzato una parte dell’elettorato, che ha un dato di verità, è lo slogan “prima gli italiani”. Qui c’è del vero nel senso che le leggi fatte con i piedi, la burocrazia e la magistratura indolente e politicizzata, ci mettono del loro nel creare diseguaglianze non solo con gli stranieri ma anche tra cittadini italiani e tra regione e regione. Sicuramente nell’affermarsi di questo concetto slogan c’è l’incapacità della sinistra a gestire il fenomeno migratorio (anche per business) e a garantirne l’integrazione, il tutto dovuto all’esasperazione di concetti buonisti usati come clava ideologica contro chiunque osava criticare la loro gestione, atteggiamento di cui Salvini ringrazia per la loro deficienza a distinguere la realtà dall’ideologia.

Altra forma di regressione culturale di destra e sinistra è quella che afferma: “questo non è il governo eletto dal popolo”. Ma quando mai abbiamo eletto un governo? Sì, abbiamo avuto il pasticcio di più leggi maggioritarie ma sempre con una Costituzione proporzionale che indica ed obbliga il Presidente della Repubblica di verificare se nel parlamento esiste una possibile maggioranza prima di sciogliere le Camere.

Ma come è possibile tutto questo analfabetismo funzionale nel mondo della politica? Prima di tutto c’è la complicità di media e talk show, che sono casse di risonanza di questa antipolitica, ma anche una borghesia e una imprenditoria che si schiera sempre con chi vince anche se questi sono moralmente indegni.

La dimostrazione di tutto ciò l’abbiamo avuto ieri con il Governo Lega e M5 e domani con PD e M5. L’odio nelle masse non nasce dal nulla ma dall’incubazione sia di parole violente (destra e sinistra pari sono) sia dalla disinformazione della realtà. Storicamente possiamo datarlo in tempi non troppo lontani dalla ipocrita questione morale posta da Berlinguer, ipocrita perché loro erano i primi beneficiari del finanziamento illecito alla politica. La politica costa, formare una classe politica degna di questo nome costa, perché la democrazia costa. La dittatura costerebbe di più ma non lo sapremmo mai perché è una dittatura.

Aggiornato il 29 agosto 2019 alle ore 13:39