Totoministri, spunta il nome di Franceschini

Il nuovo esecutivo giallorosso dovrebbe essere composto da quindici ministri. Otto in quota M5s e sette al Pd. Giuseppe Conte, al di là della contesa sui vicepremier, chiederà che il grillino Vincenzo Spadafora lo supporti come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Questa richiesta favorisce l’idea di un unico vice al fianco del primo ministro. È lo schema voluto da Nicola Zingaretti e osteggiato da Luigi Di Maio. Così, d’improvviso, prende quota l’ipotesi di Dario Franceschini vicepremier. Il plenipotenziario dem, sempre alla guida del partito, prima con Renzi, ora con il governatore del Lazio, può tornare di nuovo al potere, essendo stato ministro della Cultura dei governi Renzi e Gentiloni.   

Franceschini potrebbe ottenere anche la delega ai Rapporti con il Parlamento. Ma esiste anche una seconda ipotesi. Al rango di sottosegretario alla presidenza potrebbe arrivare Paola De Micheli, vicesegretaria Pd. A quel punto, nessun vicepremier. Terza e ultima strada. Il Pd dice sì a Di Maio e accetta lo schema di Conte più i due vice.

Naturalmente, i nodi da sciogliere riguardano altre due caselle. Forse, le più importanti. I dem hanno chiesto ufficialmente la guida del ministero dell’Interno e quella dell’Economia. In buona sostanza, ritengono che da quei dicasteri possano determinare la “svolta” invocata dal segretario Pd. Sullo sfondo, il partito di Zingaretti prova a “vedere” il vero obiettivo: l’elezione del Quirinale, che avverrà nel 2022.

Intanto, agli Esteri, piace il basso profilo tenuto da Enzo Moavero Milanesi, anche se non si scarta la via che porta all’ex premier Paolo Gentiloni. All’Economia, si valutano i profili dell’ex ragioniere dello Stato Daniele Franco e dell’economista Marco Buti. Per il Viminale, il Pd pensa al zingarettiano Andrea Orlando o ai renziani Ettore Rosato ed Emanuele Fiano. Ma si considerano anche le competenze di Mario Morcone (già capo di gabinetto di Marco Minniti ed esperto di immigrazione) e dell’ex direttore del Dis Alessandro Pansa. Ma non è del tutto tramontata l’ipotesi che sia il capo della polizia Franco Gabrielli il nome di “alto profilo” che metta d’accordo dem e grillini.

Dal canto loro, i pentastellati pensano a Di Maio, alla Difesa; alla riconferma di Alfonso Bonafede alla Giustizia; alla promozione di Stefano Patuanelli alle Infrastrutture al posto di Danilo Toninelli; all’Istruzione si ipotizza il nome del presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra.

Aggiornato il 29 agosto 2019 alle ore 14:55