Decreto Sicurezza bis, Mattarella firma con dei rilievi pesanti

venerdì 9 agosto 2019


Mentre infuriano i venti della crisi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato il Decreto Sicurezza bis. Ma lo ha fatto sottolineando dei rilievi pesanti, contenuti in una lettera inviata ai presidenti delle Camere e al premier Conte. L’obbligo dei naviganti di salvare i naufraghi rimane, nonostante il decreto.

“Al di là delle valutazioni nel merito delle norme – scrive il capo dello Stato – non posso fare a meno di segnalare due profili che suscitano rilevanti perplessità, rimettendo alla valutazione del Parlamento e del governo l’individuazione dei modi e dei tempi di un intervento normativo sulla disciplina in questione”.

Mattarella sostiene che, per effetto di un emendamento, che ha modificato il decreto legge originario da lui firmato a giugno, la sanzione amministrativa pecuniaria applicabile è stata aumentata di 15 volte nel minimo e di 20 nel massimo, fino a un milione di euro per il comandante della nave che trasporta migranti. Una pena ritenuta sproporzionata.

“Non appare ragionevole – scrive ancora Mattarella – ai fini della sicurezza dei nostri cittadini e della certezza del diritto, fare a meno di queste indicazioni e affidare alla discrezionalità di un atto amministrativo la valutazione di un comportamento che conduce a sanzioni di tale gravita”.
Mattarella sottolinea l’obbligo di rispettare i trattati internazionali. E cita la convenzione di Montego Bay. “Ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batta la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio e i passeggeri, presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizione di pericolo”. In pratica, per il presidente della Repubblica, resta l’obbligo di salvare le vite umane.

“L’articolo 16, lettera b del decreto – scrive Mattarella – rende inapplicabile la causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto, quando il reato è commesso nei confronti di un pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni”.

Ribadisce il presidente: “Non posso omettere di rilevare che questa norma non riguarda soltanto gli appartenenti alle forze dell’ordine ma include un ampio numero di funzionari pubblici, statali, regionali, provinciali, comunali nonché soggetti privati che svolgono pubbliche funzioni, rientranti in varie e articolate categorie, tutti qualificati pubblici ufficiali, sempre o in determinate circostanze”.

Per Mattarella, “tra questi i vigili urbani e gli addetti alla viabilità, i dipendenti dell’Agenzia delle entrate, gli impiegati degli uffici provinciali del lavoro addetti alle graduatorie del collocamento obbligatorio, gli ufficiali giudiziari, i controllori dei biglietti di Trenitalia, i controllori dei mezzi pubblici comunali, i titolari di delegazione dell’Aci allo sportello telematico, i direttori di ufficio postale, gli insegnanti delle scuole, le guardie ecologiche regionali, i dirigenti di uffici tecnici comunali, i parlamentari”.


di Michele Perseni