La politica leaderistica

martedì 6 agosto 2019


“Ringrazio voi italiani e la Beata Vergine Maria”, ha commentato a caldo un Matteo Salvini, in formato “asceta”: con 160 sì (101 M5S, 56 Lega e 3 vari) il Senato ha dato il via libera alla fiducia posta sul suo Decreto Sicurezza bis.

Una norma che ha ignorato del tutto i vari problemi di ordine pubblico interno; la cura e il trattamento delle nostre forze di polizia (come ha evidenziato, nella sua dichiarazione di voto, il senatore Maurizio Gasparri); del tutto carente in riferimento a quei capisaldi su cui è fondato, da sempre, un sistema perfettibile di tutela della popolazione; al rafforzamento degli organici di Pubblica sicurezza; alle giuste retribuzioni a cui le forze dell’ordine hanno pur diritto; allo stanziamento utile per il ripristino di aree tuttora ricolme di vari rifiuti su cui hanno operato le mitiche ruspe; ai tanti altri aspetti che fanno poco colore, pur sussistendo, eccome.
Però la “questione migranti” è ormai l’unica attività che obnubila le nostre pupille e pure la vista di un ministro degli Interni che, con una evidenza esclusiva, ha trovato, nelle chiusure dei porti e nei divieti di sbarco, il modo per fare notizia a buon mercato.

La ragione di fondo, però, che ottura e sempre sanerà tutti i mal di pancia gialloverdi finendo (com’è accaduto ieri) per far superare di slancio tutti gli ostacoli che si frapporranno in futuro tra alleati, ce l’ha - in modo del tutto sottile - fatta annusare ieri il nostro direttore Arturo Diaconale. Quando mai riusciranno a trovare un impiego equivalente (che sta facendo introitare decine di migliaia di euro mensili), nella vita reale, quelle centinaia di parlamentari di maggioranza che hanno vinto, un anno e mezzo fa, la lotteria maggioritaria indossando le divise delle premiate squadre “M5S-Grillo” e “Salvini-Berlusconi”?

Perché, in fondo, questo è il vero motivo che tiene pur sempre insieme ex nullafacenti che si sono coperti (e ancora si coprono) di insulti un giorno sì e l’altro pure. Viviamo in un’epoca dove ormai i concetti di “destra”, “sinistra”, “centro” e “con nessuno”, sono privi di significato e laddove un selfie momentaneo, magari scattato nel luogo giusto e nel momento più opportuno, vale di più della concreta proposta operativa e gestionale.
Così la politica maggioritaria si è trasfigurata in politica leaderistica. Un confronto dove l’arte di inginocchiarsi al cospetto del capo di turno ha preso il posto del concreto impegno tra la gente e i suoi problemi. Intanto, le più giovani e colte generazioni stanno abbandonando questo Paese di capipopolo che, con una faccia di bronzo senza pari, si inventano pure il “mandato zero” per garantirsi una eterna sopravvivenza.


di Sante Perticaro