La politica leaderistica

“Ringrazio voi italiani e la Beata Vergine Maria”, ha commentato a caldo un Matteo Salvini, in formato “asceta”: con 160 sì (101 M5S, 56 Lega e 3 vari) il Senato ha dato il via libera alla fiducia posta sul suo Decreto Sicurezza bis.

Una norma che ha ignorato del tutto i vari problemi di ordine pubblico interno; la cura e il trattamento delle nostre forze di polizia (come ha evidenziato, nella sua dichiarazione di voto, il senatore Maurizio Gasparri); del tutto carente in riferimento a quei capisaldi su cui è fondato, da sempre, un sistema perfettibile di tutela della popolazione; al rafforzamento degli organici di Pubblica sicurezza; alle giuste retribuzioni a cui le forze dell’ordine hanno pur diritto; allo stanziamento utile per il ripristino di aree tuttora ricolme di vari rifiuti su cui hanno operato le mitiche ruspe; ai tanti altri aspetti che fanno poco colore, pur sussistendo, eccome.
Però la “questione migranti” è ormai l’unica attività che obnubila le nostre pupille e pure la vista di un ministro degli Interni che, con una evidenza esclusiva, ha trovato, nelle chiusure dei porti e nei divieti di sbarco, il modo per fare notizia a buon mercato.

La ragione di fondo, però, che ottura e sempre sanerà tutti i mal di pancia gialloverdi finendo (com’è accaduto ieri) per far superare di slancio tutti gli ostacoli che si frapporranno in futuro tra alleati, ce l’ha - in modo del tutto sottile - fatta annusare ieri il nostro direttore Arturo Diaconale. Quando mai riusciranno a trovare un impiego equivalente (che sta facendo introitare decine di migliaia di euro mensili), nella vita reale, quelle centinaia di parlamentari di maggioranza che hanno vinto, un anno e mezzo fa, la lotteria maggioritaria indossando le divise delle premiate squadre “M5S-Grillo” e “Salvini-Berlusconi”?

Perché, in fondo, questo è il vero motivo che tiene pur sempre insieme ex nullafacenti che si sono coperti (e ancora si coprono) di insulti un giorno sì e l’altro pure. Viviamo in un’epoca dove ormai i concetti di “destra”, “sinistra”, “centro” e “con nessuno”, sono privi di significato e laddove un selfie momentaneo, magari scattato nel luogo giusto e nel momento più opportuno, vale di più della concreta proposta operativa e gestionale.
Così la politica maggioritaria si è trasfigurata in politica leaderistica. Un confronto dove l’arte di inginocchiarsi al cospetto del capo di turno ha preso il posto del concreto impegno tra la gente e i suoi problemi. Intanto, le più giovani e colte generazioni stanno abbandonando questo Paese di capipopolo che, con una faccia di bronzo senza pari, si inventano pure il “mandato zero” per garantirsi una eterna sopravvivenza.

Aggiornato il 06 agosto 2019 alle ore 18:19