Siamo il Paese del “Vaffa Day”

Non c’è dubbio che per questa pseudo sinistra Salvini sia l’uomo nero, il responsabile di tutti i mali e dunque il fascista per antonomasia. Sua massima colpa è quella di parlare in modo inelegante per un uomo che ricopre un ruolo istituzionale e di avere consensi in forte crescita. Mentre Salvini viene demonizzato, trattamento diverso viene riservato ai Cinque stelle. Come le dichiarazioni allucinanti di Franceschini, che individua valori comuni con quelli del “Vaffa Day”, nella speranza di una futura alleanza di governo. Il modo grottesco e anacronistico con cui la pseudo sinistra critica Salvini è la miglior garanzia di successo elettorale per la Lega.

È vero che Salvini non ha nessuna intenzione di risolvere ed affrontare in modo serio e duraturo il problema dell’immigrazione, perché ciò comporterebbe il venir meno del suo consenso elettorale. E bisogna ammettere che questo governo sta isolando l’Italia a livello internazionale e non sta facendo nulla per lo sviluppo e l’occupazione. Ma perché farne l’uomo nero o il fascista di turno? Semplice: perché la regressione culturale ha ormai egemonizzato culturalmente buona parte della classe politica ed intellettuale del Paese. Coloro che evocano o danno del fascista o del razzista a chi non la pensa come loro stanno, nei fatti, arando inconsapevolmente il campo per la nascita di fascisti e razzisti.

Possiamo dire che, con linguaggi diversi, i due Mattei, sia Renzi che Salvini, sono il prodotto di questa politica senza anima, senza passione, senza strategia che vive di quotidianità. La stranezza è che nessuno intravede invece il vero rischio rappresentato dai cinque stelle. Sia perché figlio di una falsa coscienza morale ereditata dal vecchio Pci, ma anche perché la sua inconsistenza politica lo rende un ottimo strumento al servizio di poteri forti interni come esterni. È emblematico il loro “No” a qualunque sviluppo: No Tav, No Vaccini, adornato con forme culturali New Age, sia nell’economia come nell’ambientalismo, rappresentano il degrado della conoscenza sponsorizzato a livello di massa.

Le leggi sulla giustizia che hanno promosso, dalla “Spazzacorrotti” all’eliminazione della prescrizione, tendono ad organizzare e predisporre in via definitiva il potere della magistratura a discapito dei poteri elettivi. Il propugnare la democrazia diretta contro quella rappresentativa, altro tassello di una strategia eversiva che si presenta in modo confuso, ma in realtà segue progetto ben definito, allenta il rapporto delle masse con la democrazia, con le sue regole dei diritti e delle responsabilità nei confronti della complessità sociale. Rapporto da sempre debole ed orientato nella prima Repubblica all’interno dei partiti, i quali volenti o nolenti, erano il tramite con cui si esplicava la democrazia. C’è la necessità che questa deriva venga arginata riempendo un vuoto che nel sistema politico si è creato con la fine della spinta propulsiva di Forza Italia. Le grandi famiglie ideali del Paese, i liberali, i repubblicani, i laici, i cattolici democratici e i liberalsocialisti, dovrebbero unirsi, superando vecchi steccati e guardando al bene del Paese. Al momento, purtroppo, siamo il Paese di Beppe Grillo e del “Vaffa Day”.

 

Aggiornato il 05 agosto 2019 alle ore 16:16