Pd, Zingaretti: “Dem parlino a elettorato M5s, No accordicchi”

Nicola Zingaretti è costretto, per l’ennesima volta, a chiarire che il Pd non cercherà alcun accordo con i pentastellati. “Io – sottolinea il segretario dem – ho sempre detto che non c’è la prospettiva di un governo con i cinque stelle. La novità è un’altra: avevamo ragione noi che sostenevamo che il loro elettorato non è un blocco: è composito. Noi non abbiamo nessun interesse che si consolidi e quindi dobbiamo parlare anche a quell’elettorato che Di Maio ha portato in un vicolo cieco, diventando subalterno a Salvini. Questo è quello che intendo fare, cambiando radicalmente atteggiamento rispetto al 4 marzo: gli accordicchi invece non mi hanno mai interessato”.

Eppure, nonostante il Pd nei sondaggi si trovi saldamente in seconda posizione, staccatissimo dal Carroccio, ma ampiamente sopra il M5s, si ha la sensazione che i dem sitano perdendo un tempo prezioso. “Veramente – sostiene Zingaretti – il dibattito sulla ‘Costituente delle idee’ è partito in tutto il Paese. Noi non ci facciamo i selfie in mutande, ma con questo processo vogliamo tenere il più grande dibattito popolare della storia del Dopoguerra su dove vogliamo portare questo Paese. Ci sono già arrivati 7mila contribuiti dalla piattaforma online e io sono convinto che il Pd, ridando credibilità all’opposizione, tornerà a vincere, perché siamo l’unica possibilità esistente in Italia. Ma per farlo dobbiamo essere seri e non seguire in maniera ossessiva i tweet di Salvini per rispondergli. Recuperiamo un’autonomia di pensiero e di visione e rimettiamo al centro la vera agenda che serve agli italiani”.

Il governatore del Lazio annuncia anche una “raccolta di firme alle Feste dell’Unità per far dimettere” Salvini.

Ma si levano voci critiche alle idee di Zingaretti. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, non vede “positivamente” l’invito del segretario del Pd a parlare all’elettorato del Movimento 5 stelle. “L’ho sempre detto – attacca – molti dei nostri stanno di là. Io non posso che continuare a ripetere quelli che credo siano gli obiettivi fondamentali della sinistra: il primo è, con grandissimo rispetto per il Pd, ma il Pd da solo non ce la fa. Il secondo punto è che bisogna trovare le formule per avvicinarci al 40 per cento, perché così si governa, altrimenti si sta all’opposizione, che vuol dire non entrare nelle scelte fondamentali, non eleggere il presidente della Repubblica”.

Aggiornato il 02 agosto 2019 alle ore 14:05