Giustizia, salta l’accordo Lega-M5s sulla prescrizione

giovedì 1 agosto 2019


L’intesa è saltata. Il Carroccio e i pentastellati hanno animato un Consiglio dei ministri complicato, preceduto da una pubblica sconfessione della riforma della giustizia da parte di Matteo Salvini via social e poi svilito da innumerevoli incontri a margine tra il leader della Lega e Giulia Bongiorno. È stata proprio la ministra della Pubblica Amministrazione a scagliarsi contro il ministro della Giustizia grillino Alfonso Bonafede. Tant’è vero che il disegno di legge di riforma della giustizia penale e civile è stato più volte rimaneggiato.

Dopo la mezzanotte la riunione si chiude con un nulla di fatto. Non si tratta di una rottura definitiva, ma poco ci manca. Si opta per una formula assai ambigua: un accordo sulla riforma civile e sul Csm, “salvo intese” sulla parte penale. Ma poco dopo, è il caos. La Lega fa sapere che il testo va “riscritto” completamente. Fonti leghiste sostengono che il Carroccio “è per lo stato di diritto, per tempi certi per la giustizia. Servono manager nei tribunali che garantiscano il rispetto dei tempi, servono nuove regole sulle intercettazioni, la separazione delle carriere. La Lega non vuole i cittadini ostaggio a vita della giustizia e non accetta riforme di facciata”.

I pentastellati sono esausti. Bonafede sbotta: “Basta giochetti. Stasera ho sentito tanti ‘no’, da parte mia c’era la disponibilità ad affrontare proposte di modifica. Non vorrei che ci fosse il tema della prescrizione come nodo che non viene portato al tavolo”. L’intesa raggiunta qualche mese fa stabiliva che la riforma della giustizia sarebbe entrata in vigore insieme a quella della prescrizione. Ora è tutto cambiato.

“Il ministro Bonafede – ha detto in mattinata Salvini – ci mette buona volontà ma è acqua la riforma della giustizia. Non c’è quello che gli italiani si aspettano. Non si interviene sulla separazione delle carriere, non ci sono sanzioni disciplinari per chi non rispetta i tempi, non si tocca il tema delle intercettazioni, si lascia totale soggettività alle Procure. Serve una riforma storica, imponente”.

Per la Bongiorno, “la nostra parola chiave è una sola: certezza. La riforma della giustizia non è un tema che possa essere affrontato alla leggera, la libertà personale è fondamentale. E non è una battaglia di un colore politico. Per quanto mi riguarda è una battaglia su valori che ho accumulato in questi anni calpestando la polvere delle aule di giustizia. L’obiettivo della lega e quello di accelerare i tempi del processo e garantire l'indipendenza della magistratura. Se la proposta fosse stata questa, sarebbe stata approvata in tre minuti. Ma la verità è che io ho sempre detto a Bonafede che nel loro progetto mancavano le soluzioni, che non è effettivamente incisivo. E poi che, appunto, abbiamo bisogno di una riforma complessiva”.


di Mino Tebaldi