Tav, Conte dice “sì”, spiazzati Di Maio e Grillo: il M5s rischia l’implosione

mercoledì 24 luglio 2019


Giuseppe Conte cambia idea sulla Tav. Ieri, in un video su Facebook, ha detto “sì”. Matteo Salvini ha esultato. Ma il Movimento 5 stelle resta spiazzato dalla mossa del premier. Persino Beppe Grillo, in silenzio da tempo, si dice sconcertato.

“Sono intervenuti fatti nuovi – ha detto Conte – di cui dobbiamo tenere conto, nella risposta che venerdì il governo dovrà dare per evitare la perdita dei finanziamenti europei. L’Europa si è detta disponibile ad aumentare il finanziamento. Per la tratta nazionale l’Italia potrebbe beneficiare del finanziamento del 50 per cento. Ulteriori finanziamenti saranno disponibili grazie all’impegno del ministro Toninelli, che ringrazio pubblicamente”.

Il premier ha ricordato che “il 18 giugno 2019 la Francia si è espressa a favore dell’opera. Se volessimo bloccare l’opera non lo potremmo fare, condividendo questo percorso con la Francia. Non potremmo confidare sul mutuo dissenso degli altri protagonisti, Francia e Europa. A queste condizioni solo il Parlamento potrebbe adottare una decisione unilaterale viste anche le leggi di ratifica adottate dalle Camere. La decisione di non realizzare l’opera non comporterebbe solo la perdita dei finanziamenti, ma anche tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia. L’impatto finanziario per l’Italia è destinato a cambiare per l’apporto della Unione europea e potrebbe ulteriormente ridursi con la Francia. Il governo italiano è impegnato con la massima attenzione per questo nuovo riparto che non è ancora garantito. I fondi europei sono soltanto per il Tav, non realizzarlo costerebbe molto più che completarlo. Lo dico pensando all’interesse nazionale, unica stella polare di questo governo. Questa è la decisione del governo, ferma restando la sovranità del Parlamento”.

Insorge il Movimento No Tav. In un post di area si legge che “il premier Conte “dimostra di non conoscere la determinazione dei No Tav”. Secondo il Movimento contro l’alta velocità, Conte “non sa quanto costerebbe, non lo sa nessuno. Ma sa perfettamente che il debito pubblico aumenterebbe. Sa che creerà un problema di ordine pubblico e sa che la Torino-Lyon non serve a nulla. Conosce perfettamente il rapporto costi-benefici. Ha ben chiaro che perderà tanti voti e rispetto politico ma dimostra di non conoscere la determinazione dei No Tav”.

Per Alberto Perino, storico leader No Tav in Val Susa, “la tensione in Valle c’è sempre stata e la decisione del premier Conte non cambia niente nemmeno da quel punto di vista. Quello che però voglio dire a tutti è che facciano attenzione perché se pensano di inasprire le sanzioni e la repressione fanno un grande errore. Se vogliono fare dei martiri in Valle si ricordino che i martiri possono essere molto pericolosi”.

Naturalmente, la posizione dei No Tav aumenta la preoccupazione per la manifestazione contro la Torino-Lione in programma sabato 27 luglio.

Nel pomeriggio, Giuseppe Conte è intervenuto al question time alla Camera, chiarendo le sue parole di ieri sul fatto che “fermare la Tav sarebbe più svantaggioso che realizzarla”. Per il premier, sulla Tav “ciò che non siamo riusciti ad ottenere è la ridiscussione dell’opera e questo a causa della ferma decisione della Francia di proseguire nella realizzazione della tratta. Questo è stato l’elemento decisivo che ha pesato nella mia valutazione perché una decisione unilaterale dell’Italia avrebbe costi ingenti per le casse dello Stato e quindi chiare ripercussioni negative”.

Conte ha detto che, “in attesa di un eventuale pronunciamento del Parlamento il governo non potrà sottrarsi agli adempimenti necessari al proseguimento dell’iter per la realizzazione dell’alta velocità Torino-Lione. In ogni occasione di interlocuzione con i partner francesi e le istituzioni europee ho sempre sostenuto con chiarezza la volontà dell’Italia di ridiscutere l’opera, nell’interesse del Paese, non mio personale, e dei cittadini italiani”.

I deputati della Lega hanno applaudito il premier alla fine della sua risposta sulla Tav. Poco prima, c’era stato, invece, brusio tra i banchi del Pd, alle parole di Conte riguardo l’intenzione della Francia di proseguire nella realizzazione dell’opera. In Aula, accanto al presidente del Consiglio, hanno presenziato i ministri per il Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro e la titolare della Famiglia Alessandra Locatelli.

In ogni caso, un vincitore sulla partita della Tav, c’è. È il vicepremier leghista: “La Tav – dichiara – si farà, come giusto e come sempre chiesto dalla Lega. Peccato per il tempo perso, adesso di corsa a sbloccare tutti gli altri cantieri fermi!”.

Ma l’altro vicepremier, pur accusando il colpo, ha reagito, con un lungo post su Facebook. “Rispetto Conte, ma per il Movimento 5 stelle l’opera è dannosa. Si esprimano le Camere. Sarà il Parlamento a dover decidere se è più importante la tratta Torino-Lione, cioè se è più importante fare un regalo ai francesi e a Macron, piuttosto che realizzare, ad esempio, l’alta velocità verso Matera, capitale europea della cultura, o la Napoli-Bari”.

Dopodiché, Di Maio ha lanciato l’ennesimo attacco al Carroccio. “Negli ultimi giorni – ha sottolineato – abbiamo ricevuto attacchi fantasiosi, letto ricostruzioni farneticanti di una nostra presunta alleanza in Europa col Pd. Tutto falso. Pura diffamazione. Ma fra non molto potremo vedere con i nostri occhi chi decide di andare a braccetto con Renzi, Monti, Calenda, la Fornero e Berlusconi. Il Parlamento restituirà a tutti la verità dei fatti. Noi non molleremo mai. Noi non lasceremo mai il Paese a questa gente”.

In una nota congiunta, i capigruppo pentastellati al Senato e alla Camera, Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva, hanno scritto che, “alla luce delle dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ringraziamo per l’impegno, chiederemo che sia il Parlamento ad esprimersi e in aula vedremo l’esito della votazione. Vedremo chi è a favore di un progetto vecchio di 30 anni e chi invece sceglierà di avere coraggio. In merito al Tav, la posizione del Movimento 5 stelle non cambia. Il nostro No a un’opera che rischierebbe di nascere già vecchia è deciso”.

Beppe Grillo non risponde al telefono né agli sms dei giornalisti ma persone che gli sono vicine raccontano all’Adnkronos che è furente per la posizione assunta da Conte. “Dopo Tap, trivelle, Ilva – sarebbe lo sfogo del fondatore – tradire la Tav è l’ultimo tassello”. Lo staff di Di Maio diffonde una nota che “smentisce categoricamente” e bolla il lancio dell’agenzia come “totalmente falso, inventato”. “Beppe Grillo ha sentito Di Maio e ha espresso pieno sostegno all’azione che il Movimento 5 stelle sta portando avanti sul no alla tav”, si legge nella nota. L’agenzia prende atto della smentita ma respinge al mittente l’accusa di aver inventato l’articolo.

Per segretario del Pd Nicola Zingaretti, “nella migliore delle ipotesi abbiamo perso più di un anno. Nella peggiore un altro giro di valzer che non poterà a nulla. Povera Italia”. Secondo l’ex premier dem Matteo Renzi, “ci hanno messo un mese per capire che non bisognava uscire dall’euro. Tre mesi per capire che gli 80 euro andavano tenuti. Sei mesi per capire che la fatturazione elettronica serviva. Ora dopo appena un anno dicono di sì alla Tav. Non sono cattivi: è che ci arrivano dopo. Basta avere pazienza, il tempo è galantuomo”.

Ora le opposizioni sono unite nella richiesta di dimissioni del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Ma non rischia solo l’esponente grillino. Persino la sindaca torinese Chiara Appendino rischia di andare fuori strada. “L’amarezza e la frustrazione – sostiene – sono legittime. Spero che il Movimento 5 stelle sia coerente in Parlamento ma d’altra parte non abbiamo il 51 per cento”.


di Mino Tebaldi