Erika Stefani affronta le crescenti tensioni sull’Autonomia. La ministra leghista degli Affari regionali e delle autonomie sostiene che domani vedrà “il ministro della Cultura Bonisoli e all’inizio della prossima settimana il ministro dell’Economia Tria. E il premier mi ha annunciato che fisserà un incontro con i presidenti di Veneto e Lombardia per valutare con loro il testo dell’intesa, prima dell’approdo in Consiglio dei ministri”.

Lo scambio a mezzo lettera tra il premier e i presidenti di Regione, “mi ha fatto piacere – commenta la Stefani – penso abbia fatto bene alla causa. Il confronto, anche aspro, chiarisce le posizioni in campo. La critica che spesso viene mossa alla riforma è di essere ‘segreta’: più trasparente di così!”.

Secondo la ministra, “la tensione sta salendo e non solo nella Lega. Quando abbiamo fatto campagna per il referendum, in Veneto, accanto a me sul palco c’erano esponenti del M5s, di Forza Italia, perfino del Pd. Quando torno a casa, a Vicenza, non posso andare dal fruttivendolo senza che qualcuno mi domandi: ‘Ma allora, l’autonomia?’ La speranza è diventata aspettativa, poi diritto e infine pretesa. Ora siamo alla diffida del popolo”.

Può cadere il governo? “Quello tra noi e il M5s – risponde – non è un matrimonio fondato sull’amore ma su un contratto. Se non viene rispettato, è dura andare avanti. I fronti aperti sono tanti ma io sono fiduciosa, in un anno abbiamo dato risposte importanti al Paese e anche sull’autonomia essere arrivati a far incontrare premier e governatori la considero una vittoria. È una rivoluzione lenta, anche se a volte la trattativa è frustrante”.

Aggiornato il 24 luglio 2019 alle ore 13:44