Codice rosso, Gessica Notaro: “Noi da proteggere come i pentiti”

Da ieri il Codice rosso è legge. Il via libera definitivo al ddl sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, è arrivato dal Senato. Il provvedimento, che ha incassato il sì del Parlamento, ha ottenuto 197 sì e 47 astenuti. Tra gli astenuti Leu e Pd.

Esulta Gessica Notaro, showgirl riminese sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato Edson Tavares, condannato in appello a 15 anni, cinque mesi e 10 giorni. In un’intervista al Quotidiano Nazionale, sostiene che sia “un grande passo: ne ho parlato giusto ieri con Michelle Hunziker. Aspettavamo da tempo questo provvedimento. Ne sono felice, ma il lavoro vero inizia adesso. Non ci sono più scusanti, specie per le forze dell’ordine: sanno come devono agire e soprattutto che devono intervenire subito”.

Nel pacchetto approvato ieri c’è anche il reato di sfregio: “In certi casi – commenta la Notaro –lo sfregio va equiparato al tentato omicidio. Quella notte potevo morire, se non avessi avuto la prontezza di sputare subito l’acido”. Come si potrebbe modificare il Codice rosso? “Tutte noi vittime di aggressioni temiamo il momento in cui i nostri carnefici torneranno in libertà. Ecco: vanno previsti provvedimenti che ci tutelino anche per il dopo. In Italia vengono messi sotto protezione i mafiosi pentiti: occorre fare altrettanto per le donne che hanno subito gravi violenze”.

Così La ministra leghista della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, ospite di Agorà estate, su Rai Tre, sostiene che “spesso, le donne vittime di violenza, per quanto possano essere tutelate, non possono diventare loro le detenute: è necessario un piano di protezione allargata. Oggi pomeriggio incontrerò il sottosegretario Spadafora per affrontare questo problema. Credono ci siano anche degli stanziamenti per aiutare le donne che sono vittime di un pericolo perenne e che – sottolinea il ministro –a volte cambiano vita perché sentono questo pericolo vicino”.

Il sottosegretario Stefano Buffagni, su Facebook, afferma di credere che “ci debbano essere delle alternative rispetto a quella di vivere da segregate. Con l’approvazione definitiva di ieri al Senato, lo Stato si schiera finalmente e completamente dalla parte delle donne. Troppo spesso leggiamo di donne uccise dai mariti-fidanzati-ex compagni, malgrado avessero avvisato le autorità. In questi anni si è diffuso un senso di impotenza, le donne in pericolo si sentono sole e abbandonate e non possiamo biasimarle se in Italia, secondo l’Istat, viene compiuto un femminicidio ogni 72 ore, l’ultimo in ordine di tempo proprio questa notte, a Modena. Con la legge Codice rosso vogliamo cambiare tutto questo, tutelare la vita delle donne e lasciarle libere di vivere”.

Per la responsabile del Coordinamento donne Acli, Agnese Ranghelli, “il Codice rosso appena approvato dal Senato è una buona legge che accogliamo con favore come tutte le norme che contrastano la violenza contro le donne. In particolare ci sembrano molto convincenti le finalità del provvedimento di legge che mirano ad accelerare i tempi della giustizia, confidando che chi è preposto all’applicazione della legge lo faccia in maniera chiara e senza strane interpretazioni”.

Secondo la Ranghelli, “purtroppo le leggi, da sole, non bastano per combattere una piaga come quella della violenza contro le donne, che rimane tutt’ora un’emergenza sociale. La rappresentazione della violenza e la sua concettualizzazione, l’intreccio tra le questioni culturali e gli aspetti sociali, la ricerca di linguaggi e figurazioni capaci di superare gli stereotipi che ostacolano la piena attuazione della parità di genere e del rispetto tra i sessi non si conquistano legiferando, ma educando”.

Aggiornato il 18 luglio 2019 alle ore 14:50