Il filo rosso che Lega gli eventi

A volte per comprendere compiutamente certe dinamiche è opportuno fare un passo indietro e unire i puntini.

Ripartiamo dal caso della nave Diciotti: Il 14 agosto un barcone con a bordo 190 migranti viene avvistato vicino alle coste di Malta. Le autorità de La Valletta non intervengono e il soccorso viene effettuato dalle autorità italiane a 17 miglia da Lampedusa. Dopo giorni di stallo e dopo un estenuante tira e molla, i migranti vengono fatti scendere dalla nave militare italiana e Matteo Salvini viene accusato di sequestro di persona con due aggravanti: il fatto che esso sia stato compiuto da un pubblico ufficiale, e che abbia danneggiato anche dei minorenni. Salvini avrebbe rischiato fino a 12 anni di carcere se il Parlamento non lo avesse sottratto ad un processo politico.

Poco dopo lo stesso scenario si ripropone con la Sea Watch: una nave di una Ong carica di migranti raccolti a ridosso delle coste libiche irrompe nel porto di Lampedusa e, dopo un altro tira e molla, forza il blocco, sperona una motovedetta della Guardia di finanza ed impone lo sbarco dei migranti in barba al decreto sicurezza. Qualcuno si sorprese del sangue freddo di Carola Rackete, la comandante della nave in questione, la quale sembrò avere il fegato di sfidare lo Stato italiano rischiando la galera piuttosto che disattendere la sua missione di salvare dei profughi.

Qualcun altro – sicuramente malignando – insinuò ingiustamente che Carola avesse aspettato a fare irruzione nel porto di Lampedusa solo dopo aver avuto la certezza – per interposti parlamentari del Pd – che il magistrato di turno fosse quello giusto. Noi fatichiamo a credere che sia così e ci limitiamo alla fredda cronaca rifiutandoci di reputare possibile una simile atrocità. Inoltre Carola – difesa da un avvocato che ha lo stesso nome di quello che ha difeso Vasco Errani ed accusata di reati gravissimi – venne fermata e subito liberata con tante scuse grazie ad una procedura che ha sollevato molti dubbi anche da parte di esimi addetti ai lavori. E si sentì così forte da querelare il ministro dell’Interno Italiano per il torto subìto. Sempre qualche maligno – sicuramente sbagliando – ha insinuato che tutto questo coraggio le derivi dagli appoggi internazionali che la nostra cara Capitana può vantare. Appoggi che le sono valsi una convocazione come speaker al Parlamento europeo, la cittadinanza onoraria di Parigi e quindi il plauso del duo Merkel-Macron (quelli che i migranti non li vogliono o li abbandonano nei boschi come a Ventimiglia). Non sappiamo se si possa parlare di cospirazioni internazionali ma sicuramente la nostra paladina non ha agito in solitudine (almeno moralmente).

A ciò si aggiunga che il web è pieno di video (sicuramente saranno falsi) i quali mostrano che moltissimi migranti “partono già naufraghi” e cioè vengono “affidati” dagli scafisti alle Organizzazioni non governative a ridosso delle coste di partenza sfatando tutta la filosofia che ruota intorno alle leggi del mare e puttanate varie: trattasi di una muina che hanno ben compreso anche i bambini. Se ciò fosse vero, ma stentiamo a crederlo, si tratterebbe di una vera e propria prassi ben organizzata.

E nel mentre non una parola dei media viene sprecata sulla vicenda assurda di Bibbiano, sul fattaccio del Consiglio Superiore della Magistratura, sull’uso disinvolto da parte di Mimmo Lucano dei fondi in favore dei migranti, adesso impazza una roba denominata Russiagate.

In sostanza, un certo Gianluca Savoini, il presidente di un’associazione denominata Lombardia Russia (vicina alla Lega), si reca, non si capisce se per conto proprio o se inviato da qualcuno, a parlare con degli emissari russi attivi nel settore petrolifero e lo fa in un affollatissimo albergo moscovita. Non si sa piazzate da chi ma l’albergo è pieno di microspie che registrano il colloquio che, ma guarda un po’, finisce pubblicato sul sito di un tabloid americano il quale, in stile chiaramente ricattatorio, pubblica solo la prima parte dell’intercettazione. Per chi ha ascoltato la prima parte della registrazione (insistiamo: fatte da chi?) non ci sono particolari scabrosi anche se qualcuno paventa l’esistenza di una seconda parte in cui si parla di una presunta fornitura di combustibile ad Eni con annessa richiesta di tangente in favore della Lega.

Una vicenda strana visto che della fornitura di combustibile ad Eni non c’è traccia, della dazione di denaro alla Lega non c’è traccia (la Lega ha i bilanci in rosso), della seconda parte della registrazione in cui si paventa l’affare non v’è traccia e della prova che Savoini fosse stato mandato a trattare per conto di Salvini non v’è traccia. Il mondo è pieno di gente che spende il nome di personaggi in vista ma la solerte magistratura si è già attivata per vederci giustamente chiaro.

Contemporaneamente, con la regia di Dario Franceschini e dopo una serie di attacchi contro la Lega proveniente da Palazzo Chigi, qualcuno comincia a parlare di un Governo Conte bis con una maggioranza Pd-Cinquestelle.

Ciò che ci domandiamo è molto semplice: questione di coincidenze o tutti questi avvenimenti hanno un filo logico e una regia unica? Per caso ci sono analogie tra quanto sta succedendo in questi giorni e il golpetto del 2011 che portò alle dimissioni del Governo Berlusconi? Ma non è che quest’ultimo, in compagnia dell’amico Vladimir, ha confezionato la vendetta contro Salvini? Può succedere qualcosa in Russia senza che Putin lo sappia? Domande alle quali non siamo in grado di dare una risposta.

Aggiornato il 17 luglio 2019 alle ore 13:16